Tracce sconfinate – Formazione Zerosei

26 Gennaio, 16:30 – 27 Febbraio, 19:00

Il Gruppo nazionale MCE Zerosei sta svolgendo Tracce sconfinate, un percorso di formazione gratuita, rivolta a insegnanti di scuola d’infanzia, educatrici di nido, educatori e operatori del terzo settore, coordinatori pedagogici, studenti e docenti universitari, formatrici, artisti che intendono divertirsi, giocare, apprendere e ampliare gli orizzonti del proprio impegno professionale. gratuita per esplorare albi illustrati e natura, arte e intercultura.

Raccogli ulteriori informazioni e iscriviti andando al link: http://www.mce-fimem.it/evento/tracce-sconfinate-formazione-zerosei/

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Milleunlibro febbraio

scuola e teatro, libri consigliati ed esperienze possibili.

Teatro e scuola

“Un uomo  attraversa lo spazio e un altro lo osserva: è sufficiente questo a dare inizio a un’azione teatrale”. Per Peter Brook, come per  Jerzy Grotowski, è da qui che bisogna partire, dall’istante di un incontro. 

E dunque se teatro è incontro quale luogo migliore per praticarlo se non la scuola?

Il teatro è cura di sé ,  nel senso che insegna ad ascoltare il proprio corpo e le proprie emozioni.

È uno spazio  interculturale, che realizza una didattica dei punti di vista e sperimenta pratiche di ascolto attivo.

È uno spazio che favorisce l’educazione alla cittadinanza attiva , nel momento in cui predisponiamo un contesto e uno spazio nel quale affrontare problemi sociali,  creando un’occasione di dialogo e di confronto.  

È un’attività che prevede la cooperazione come condizione irrinunciabile per la buona riuscita dell’azione teatrale stessa.

Il teatro inoltre  è terra di mezzo tra fuori e dentro la scuola.

L’attività di teatro può essere di grande aiuto anche per bambini disabili o svantaggiati, che in questa forma riescono ad esprimersi , liberi da modalità di lavoro  e valutazioni troppo legate ad abilità prettamente scolastiche.

Diversi sono gli approcci al teatro che la scuola può e deve, a nostro parere, promuovere.  Uno di questi è certamente la fruizione di spettacoli degni di  tale nome, che facciano riferimento a testi letterari o ad opere teatrali di spessore, preferibilmente recitati da bravi attori e messi in scena da registi capaci. In questo senso credo che se condividete con noi l’idea che il teatro educa e il gioco dell’immedesimazione cura, sia compito di ogni docente vedere tanto teatro, frequentarlo come frequenta le biblioteche e i musei. Teniamo conto del fatto, tra l’altro, che molti dei nostri ragazzi non farebbero mai l’esperienza di assistere ad uno spettacolo teatrale, semplicemente perché in molte famiglie non c’è questa abitudine. La scuola può colmare un vuoto.

Ma un approccio non meno importante che offre moltissime opportunità di crescita del singolo e del gruppo, è fare teatro a scuola, esserne protagonisti.

È pratica abbastanza comune nella scuola dell’infanzia e alla primaria, poi sempre meno nei gradi che seguono, quella di provare a mettere in scena opere classiche e non solo.

Qualcuno si serve di copioni già predisposti, che facilitano chi non si sente preparato a gestire uno spettacolo dalla scrittura del testo alla messa in scena. Questa strada però limita enormemente le potenzialità dello strumento, il coinvolgimento emotivo e la partecipazione attiva e consapevole dei bambini/ragazzi.

È vero, noi docenti  non siamo registi, ma se la pretesa non è quella di creare un’opera colossale, possiamo dare dignità a testi e pensieri espressi dai ragazzi. Talvolta ci possono aiutare esperti, che passando da un laboratorio centrato sui ragazzi, ci forniscono materiale per creare una rappresentazione che appunto li rappresenti e dia dignità e valore ai loro pensieri. Insegnante ed operatore teatrale, insieme, possono essere costruttori e conduttori del percorso.

Nel teatro  sono coinvolti il corpo, la voce, lo sguardo, le emozioni, ingredienti irrinunciabili del nostro fare scuola.

Una delle carte vincenti da subito quando si propone l’attività teatrale ai bambini e ragazzi, è che questa cattura in modo piuttosto spontaneo la loro attenzione; ed è così che testi anche difficili, complessi, vengono affrontati con spirito nuovo, giocoso e teso alla comprensione legata alla necessità di comunicare.

La grande sfida, nel tradurre un testo o le parole pronunciate da uno studente e inserirle in una restituzione teatrale, è quella di non perdere il pathos che li accompagna mentre si leggono o si pronunciano la prima volta.

Per tutti questi motivi e altri ancora, le proposte che seguono non vogliono essere una serie di copioni in scatola da riproporre pedissequamente, ma suggestioni che aprano ad esperienze uniche e irripetibili.

Quelle che seguono pertanto sono proposte molto diverse tra loro, che spaziano dalla fiaba, al mito, alla tragedia…

 Buon lavoro e buon teatro.

Pinocchio nero

Come recita il sottotitolo, si tratta di un viaggio vero e proprio, in cui Marco Baliani, partendo da un progetto  di AMREF con i ragazzi di strada di uno slum di Nairobi, durato due anni e mezzo, si mette in relazione con loro e costruisce uno spettacolo in cui , insieme al testo di Collodi, mette in scena anche le parole dei ragazzi.

 Come afferma lo stesso Baliani: “Le cose che ho insegnato loro sono numerose almeno quanto quelle che ho appreso . Questi ragazzi sono profondamente diversi da me … eppure ci siamo davvero incontrati, il teatro ci ha permesso di conoscerci,  nonostante gli apparenti ostacoli della lingua, del colore della pelle , delle condizioni di vita.”

Dalle parole di Baliani, che ha vissuto certamente un’esperienza estrema, traspare anche la possibilità che si apre quando, nel fare teatro, si va oltre la competenza linguistica. E questo aspetto, nella scuola multietnica, spesso ci tocca e ci mette alla prova.

Marco Baliani, Pinocchio nero, diario di un viaggio teatrale –ed. Rizzoli, Milano,2005

Consigliato ai docenti di ogni ordine e grado e ai ragazzi dalla secondaria di primo grado in su.

Antonella Bottazzi

The black Pinocchio

La stessa storia di cui sopra viene raccontata e supportata da foto e  dal video in DVD dello spettacolo stesso.

Un libro reportage che dà vita alle parole dei ragazzi, restituendo loro la facoltà di dire, di riflettere, di farsi attori di sé.

Citando la prefazione di Marco Baliani : “Attraverso il progetto i ragazzi diventavano gruppo, , si rafforzavano nella solidarietà, scoprivano attraverso il teatro la possibilità di esprimersi …. Ciascuno dei ragazzi  ha una voce, parla, può raccontare di sé, ha trovato qualcuno che lo ascolta … già solo per questo può permettersi di narrare la sua esperienza come un c’era una volta”. E questo può essere vero anche nelle nostre classi.

Consigliato ai docenti e ai ragazzi della scuola secondaria di primo e secondo grado.

Antonella Bottazzi

Ecco un estratto del video:

Giulio Cederna e John Muiruri,The black Pinocchio,le avventure di un ragazzo di strada, ed. Giunti, Firenze, 2005

I bambini pensano grande

In questo libro, in cui Lorenzoni racconta l’esperienza pedagogica nel piccolo paese di Giove, nel cuore dell’Umbria, i bambini pensano e parlano attraverso il suo narrare.

Così questo libro, che contiene indicazioni concrete per un insegnamento innovativo, non è un burocratico manuale di didattica che si aggiunga a una fila troppo lunga. All’opposto ogni pagina trabocca di spontanea poesia, pur non indugiando in un’estetica compiaciuta del mondo incantato dell’infanzia. Nel diario di un anno di scuola, in cui ciascun allievo è protagonista di una ricerca comune, si mostra il cuore del dialogo didattico: “provare a dare forma al mondo”. E una proposta pedagogica nuova, evidentemente capace di cercare un senso all’esistere e al far esperienza, diventa anche un racconto antropologico. Uno dei capitolo è dedicato al teatro e al tentativo ardito di mettere in scena pensieri e voci dei bambini, partendo da un lutto che ha toccato profondamente tutta la comunità e dalle tante riflessioni filosofiche fatte durante tutto l’anno, anche sul tema della vita e della morte.

Consigliato ai docenti di ogni ordine e grado.

Antonella Bottazzi

Franco Lorenzoni, I bambini pensano grande, ed. Sellerio, Palermo, 2014

Manuale di piccolo circo

Il circo è una forma teatrale che coinvolge i bambini senza se e senza ma.

Quella di piccolo circo è un’arte che si tramanda non da genitori a figli, ma da compagno a compagno, non lascia grandi tracce né dinastie, anzi: sembra scomparire per poi riaffiorare sempre uguale, sempre diversa e vitale.

Il libro propone esercizi  e gag semplici e di grande effetto, spiegandoli in modo chiaro anche attraverso disegni stilizzati ed esplicativi.

 L’autore ha lavorato come saltimbanco e artista di piazza ed è creatore, insieme alla moglie Camilla Peluso, della prima scuola di circo per bambini .

Per chi ha voglia di mettersi in gioco come docente, un libro prezioso, che fa riscoprire il valore del gioco nel processo di apprendimento.

Consigliato ai docenti e ai bambini da 6 anni in su.

Antonella Bottazzi

Claudio Madia, Manuale di piccolo circo, ed. Feltrinelli Kids, Milano, 2003

Il circo delle nuvole

Un albo illustrato  in rima con le coloratissime illustrazioni di Gek Tessaro, che ancora una volta stupisce con una storia non banale, ma assai divertente che fa riflettere sul valore del denaro e delle cose e del fatto che non tutto si può comprare. Può diventare la base per un copione di uno spettacolo di piccolo circo.

Gek Tessaro, Il circo delle nuvole– Lapis, Milano, 2015

Di seguito alcuni stralci di spettacoli con Gek Tessaro.

https://youtu.be/mEipm6YTaVU il  circo delle nuvole

https://youtu.be/WxVWMl8kvfU spettacolo il cuore di Chisciotte

https://youtu.be/qRWPH1TLG2M spettacolo Bestiolini

Consigliato ai bambini da 4 anni.

Antonella Bottazzi

Gli Snicci e altre storie

Un libro che raccoglie alcuni racconti del Dr. Seuss, pseudonimo di Theodor Seuss Geisel ,scrittore e fumettista statunitense di origini tedesche. Ha scritto tanto per i bambini , quasi sempre i testi sono in rima, leggeri, divertenti e pieni di fantasia. Libri che educano e divertono con storie tenere e profonde.   Lui stesso dice : “Mi piacciono le assurdità, svegliano le cellule cerebrali. La fantasia è un ingrediente necessario nella vita. È un modo di guardare la vita dalla parte sbagliata di un telescopio… e questo ti permette di ridere di tutte le realtà della vita.”

Dalle prime righe del libro appare subito la differenza tra Snicci stellati e snicci comuni, resterà differenza o diventerà disuguaglianza? La storia potrà diventare occasione per parlare di giustizia e di diritti anche tra i bambini più piccoli

Gli Snicci Stellati

sulle pance hanno le stelle.

Gli Snicci Comuni  hanno solo la pelle.

Non son stelle grandi, ma piccine abbastanza

Da farti pensare  che non hanno importanza.”

Consigliato dai 4 anni in su.

Marina Sirotti

dr. Seuss, Gli Snicci e altre storie – Giunti edizioni, Firenze, 2022

La battaglia del burro

dr. Seuss, La battaglia del burro – ed. Giunti, Milano, 2021

Un altro testo in rima, con filastrocche apparentemente assurde, che potrà essere un modo per parlare di muri, di guerra e di corsa agli armamenti , a bambini e ad adulti.

Gli Zighi e gli Zaghi sono due popolazioni divise da un muro e in lotta tra loro.

Perché ? Uno sostiene che la fetta di pane va imburrata di sopra, l’altro dice che il burro va spalmato sotto. Così i due guardiani del muro cominciano la guerra. È una battaglia senza esclusione di colpi, alla ricerca di armi sempre più strampalate e micidiali.  La battaglia del burro non ha un finale, ma lo lascia intendere al lettore: se si decide di lanciare la bomba il mondo finirà, se si decide di dare tregua alla guerra di sguardi forse invece c’è ancora una speranza per l’umanità.

La lettura del testo è molto coinvolgente, i bambini si schierano con gli Zighi o con gli Zaghi , ma soprattutto, se invitati a farlo, raccontano di loro  e del loro mondo.

Consigliato ad adulti e bambini da 6 a 99 anni.

Marina Sirotti

Il viaggio di Djuha, un furbo sciocco in giro per il mondo

Riproponiamo il testo di Adriana Querzè, pedagogista  e Arturo Ghinelli, docente . I due hanno selezionato una raccolta di storie brevi tramandate oralmente ; le storie  hanno per protagonista questa figura popolare e si sono diffuse in gran parte dei  nei paesi affacciati sul mar Mediterraneo. Giufà o Djuha o Giucà è una sagoma buffa ma anche educativa. Le sue azioni tragicomiche di permettono di sorridere e di riflettere.

Tante sono le storie e tutte piuttosto facilmente rappresentabili teatralmente come  “ Giufà e la porta”, “Giufà e la statua di gesso”, “Il chiodo e Giufà”.

Gli uomini e le donne di ogni parte del mondo, che seguono religioni diverse, che parlano lingue diverse , che hanno regole diverse, hanno anche cose che possono unire, come le storie di Giufà, narrate in Italia, in Africa, in Turchia, in Albania, in Germania. Marco (8 anni) sintetizza così questa abitudine di alcune storie a spostarsi nel mondo:“ Noi siamo diversi, ma le nostre ombre sono uguali “ .

Consigliato ad adulti e bambini da 6 a 99 anni.

Marina Sirotti

a cura di Adriana Querzè e Arturo Ghinelli, I viaggi di Jduha, un furbo sciocco in giro per il mondo, Comune di Modena, 1993
 

Giufà e il re Salomone

Storie consigliate dai 7 anni.

Marina sirottti

 Asacanio Celestini e Maja Celija, Giufà e il re Salomone– Donzelli, Roma, 2009

Esercizi di stile

Un libro che propone 99 versioni della stessa storia, rivisitata ogni volta in uno stile letterario differente.

La trama è semplice e banale: Parigi , verso mezzogiorno, su un autobus affollato, un uomo si lamenta con chi lo spinge di continuo e, non appena trovato un posto libero, lo occupa. Il narratore, due ore dopo, rivede l’uomo alla Gare Saint-Lazare con un amico, che gli dice di far mettere un bottone sulla sciancratura del soprabito.

Un libro che apre a letture differenti e a diverse interpretazioni teatrali, mai noioso e in grado di far riflettere sull’estetica e sul senso che le parole e il tono possono dare alla semplice narrazione di un fatto.

Consigliato dalla scuola secondaria di primo grado in su.

Antonella Bottazzi

Raymond Queneau, Esercizi di stile– ed. Einaudi, Torino, 1983

Ecco un video in cui si mostra un possibile lavoro teatrale con i ragazzi: https://youtu.be/E9MZlTz3Kg0

Filemone e Bauci

P.Ovidio Nasone, Filemone e Bauci, tradotto da Cristiana Pezzetta, ed. Topipittori, Milano,  2022

Certo, importante sarebbe leggere il testo originale, racchiuso nelle “Metamorfosi” di Ovidio, ma questo albo illustrato e ben tradotto, si respira la possibilità di andare oltre le immagini, che non sono troppo didascaliche, ma evocative.

L’albo può cioè agevolare , se mai ce ne fosse bisogno, la vicinanza ad un mondo così lontano dal reale, ma così vero e profondo nei sentimenti che suscita. I miti restano certamente un tipo di testo da esplorare e che molto si presta a diventare rappresentazione teatrale, specie se sul testo riusciamo a fare un’opera di arricchimento tramite i pensieri e le riflessioni dei ragazzi, toccando anche temi che nella nostra società sono ormai divenuti tabù. Non è un copione teatrale.

Consigliato dai 10 anni in su.

Antonella Bottazzi

Metamorfosi

Un classico con testo a fronte e un saggio di Italo Calvino. Miti di trasformazione che esplorano gli archetipi dell’umano sentire. Le storie dei miti, lette in forma originale, seppur non comprese in tutti i termini specifici, suscitano nei bambini, anche piuttosto piccoli, immaginazione ed immedesimazione. È un testo potente; può certamente essere fonte di ispirazione per scrivere insieme ai ragazzi un copione teatrale dove la forza della storia evoca passioni ed emozioni in ciascuno di noi.

Consigliato a tutti i docenti che potranno leggerlo o narrarlo a bambini da 8 anni in su.

Antonella Bottazzi

P.Ovidio Nasone, Metamorfosi– ed. Einaudi, Torino, 2015

Alcuni classici

Come introdurre un giovanissimo lettore a questi capolavori letterari? Guidati dal poeta-drammaturgo Roberto Mussapi, con questa collana si è scelta una struttura semplice; ogni opera è sintetizzata in cinque scene come fossero cinque atti di un dramma. Mussapi racconta cosa accade in queste scene e ciò che è accaduto prima e dopo. Giorgio Bacchin, illustratore, rappresenta invece le scene. Ogni scena si apre con un’ampia rappresentazione dell’epoca dell’autore: la Firenze di Dante Aligheri, la Londra di William Shakespeare, la Parigi di Molière e la campagna Toscana di Goethe. Anche questi non sono copioni teatrali.

Consigliati dai 7 anni.

Antonella Bottazzi

L’avaro

Roberto Mussapi, Giorgio Bacchin, L’avaro di Moliére –  Jaka Book, Milano, 2009

La divina commedia di Dante Alighieri

Roberto Mussapi, Giorgio Bacchin, La divina commedia di Dante Alighieri – Jaka Book, Milano, 2008

La tempesta di Shakespeare

Roberto Mussapi, Giorgio Bacchin, La tempesta di Shakespeare – Jaka Book, Milano,  2008

Il Faust di Goethe

Roberto Mussapi, Giorgio Bacchin, Il Faust di Goethe – Jaka Book, Milano,  2009

Per chi vuole approfondire:

Saltatori di muri

Questo testo racconta un incontro reale con gli  immigrati e l’impegno a restituire loro la parola, attraverso l’ascolto attivo.

Parla dell’incontro con il teatro di Mandiaye N’Diaye, giovane senegalese  divenuto attore attraverso il teatro delle Albe di Marco Martinelli, a Ravenna; parla di cosa ha significato per gli animatori di un gruppo interculturale , composto da italiani e immigrati, la possibilità di narrare nelle scuole di Palermo.

Parla cioè di una sfida : l’incontro tra educazione e accoglienza nell’ottica di  costruire una convivenza interculturale a partire dal territorio e dalla narrazione orale.

È un testo che cambia i nostri punti di vista, invitandoci ad accogliere l’altro e la sua cultura.

Consigliato ai docenti di ogni ordine e grado

Antonella Bottazzi

Franco Lorenzoni, Marco Martinelli, Saltatori di muri, Macro edizioni,  Cesena, 1998

L’ospite bambino

È il diario di un maestro ed educatore quello che Lorenzoni scriveva in quegli anni, in cui racconta il suo misurarsi e mettersi in gioco con le culture altre attraverso esperienze forti , sempre immerso nella natura, passando in molti casi attraverso azioni teatrali; azioni che mettono in contatto con il mondo esterno, con il proprio corpo, con chi sta vicino a noi. Non vuole  essere  un trattato di pedagogia e didattica, ma  può suscitare nei docenti o educatori il desiderio di sperimentare approcci diversi, forti delle esperienze che testimoniano come l’apprendimento e la crescita globale di ciascuno di noi siano mediati dal corpo e dal contatto significativo con la natura e con gli altri.

Consigliato ai docenti di ogni ordine e grado.

Antonella Bottazzi

Franco Lorenzoni, L’ospite bambino– Theoria, Milano,1995

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Milleunlibro gennaio 2023

Il cielo

Alziamo lo sguardo!

Alzare lo sguardo, alzare gli occhi al cielo, non per allontanarci dalla vita quotidiana, ma per trovare la distanza che ci permette di vedere meglio fuori e dentro di noi. Da lontano, oltre l’orizzonte, ogni cosa trova la giusta dimensione. Con un buon libro , a scuola si può.

Il cielo è di tutti, sempre a disposizione, democratico, gratuito. Stare in piedi o sdraiati ad osservarlo è un’esperienza che ,passando dal corpo,  ci apre  all’esplorazione dello spazio e del tempo, ci fa osare ipotesi, induce racconti fantastici. Scoprire la luna, le stelle, le costellazioni può essere per i bambini uno stimolo ad approfondire molti temi ad essi legati, guidati da educatori attenti che sappiano fare  collegamenti con la matematica, la geometria, la filosofia, passando dall’emozione, potente molla verso la conoscenza. L’astronomia può divenire così materia interdisciplinare che connette materie e linguaggi diversi.

Strumenti per i giardini del cielo

Nicoletta Lanciano, unisce rigore e passione scientifica a capacità inventive e didattiche. Ha orientato a sua ricerca verso la didattica dell’astronomia e, collaborando attivamente  con il MCE e colleghi italiani e di altri paesi, ha avviato diversi percorsi rivolti non solo ai bambini, ma anche agli adulti che desiderano riappropriarsi della conoscenza del cielo.

Nel mondo che sempre di più propone situazioni che portano verso il virtuale, diventa di vitale necessità avere anche proposte che aiutino a mantenere un legame forte con il mondo sensibile, con le cose che si toccano: il Gruppo di Ricerca sulla Pedagogia del cielo dell’MCE è convinto che il legame, antico e primordiale, con la terra e con la natura sia positivo per tutti. Per questo continua a proporre di guardare, conoscere e fare amicizia con gli astri in cielo, di diventare consapevoli di quali sono i riferimenti in base ai quali sono organizzati il tempo e lo spazio del cosmo, ed essere capaci di leggere ciò che gli uomini, nella storia, hanno inventato per capire la complessità della natura. Gli strumenti/materiali e le attività presentati sono frutto di una cooperazione pluriennale tra tanti insegnanti italiani e di altre Regioni del mondo, e sono illustrati in modo da poter essere riprodotti e utilizzati in diversi contesti.

Consigliato agli insegnanti di scienze, agli educatori, a chi lavora in centri per la diffusione dell’Astronomia per il grande pubblico nei musei, nei parchi e nelle città, ma anche a chi è incuriosito dai fenomeni astronomici e vuole capire qualcosa di più di come si spostano gli astri sul nostro orizzonte e come costruire strumenti per misurare e registrare i fenomeni astronomici.

Antonella Bottazzi

Strumenti per i giardini del cielo

Nicoletta Lanciano, Strumenti per i giardini del cielo– ed. Asterios, Trieste, 2019



Con il cielo negli occhi

Un libro per docenti  che desiderano  avvicinare al cielo i bambini e i ragazzi, attraverso l’invito ad osservare, disegnare, confrontare; per ogni costellazione l’autore offre una splendida narrazione dei miti che la accompagnano.  Alla narrazione si affiancano consigli e resoconti di esperienze laboratoriali legati alla geometria, all’uso del corpo , alla teatralizzazione ,utilissimi per i docenti che vogliono fare proposte di lavoro ai propri alunni, sottolineando la necessità dei tempi lunghi di cui queste osservazioni necessitano. Molti consigli pratici per individuare stelle, costellazioni, pianeti, supportati da corrette conoscenze scientifiche. 

Consigliato ai docenti di scuola primaria e secondaria di primo grado, sia per le materie scientifiche che letterarie.

Antonella Bottazzi

Franco Lorenzoni, Con il cielo negli occhi– ed. La Meridiana, 2009


Il cielo che si muove

Un libro in cui  Mario Lodi racconta la natura e il cielo attraverso i suoi occhi di bambino che si lasciava catturare dalla curiosità per il mondo che aveva intorno. Lodi parla di quelle scoperte con la leggerezza di un bambino, ma la consapevolezza dell’educatore che sa quanto sia ancora attuale lo stupore che la natura regala a chi la sa osservare. Tre storie in particolare parlano di cielo: lampi e tuoni, dove nascono le nuvole, stelle. Racconti di un illustre nonno per introdurre argomenti scientifici legati al tema del cielo.

Consigliato da 8 anni.

Antonella Bottazzi

Mario Lodi, Il cielo che si muove– Editoriale la scienza, Firenze, 2014

Chiedilo a zio Albert

L’autore, docente di fisica alla Open University Milton Keynes, in Inghilterra, ha scommesso di riuscire a spiegare le più astruse teorie astronomiche  in modo tale che fossero chiare e comprensibili anche ad un bambino di dieci anni. A mio parere c’è riuscito con questo e altri testi dal fermo rigore scientifico dei contenuti, ma con parole semplici ed estremamente chiare. Che cosa crea i venti? Se la rotazione della terra si invertisse, continueremmo in modo normale o andremmo indietro nel tempo? Perché un buco nero è nero? Queste e molte altre domande sono l’input di questo libro; sono domande poste dai bambini all’ipotetico zio Albert, a cui l’autore risponde. Moltissimi i quesiti che riguardano il cielo; alcune risposte sono illustrate con semplici disegni.

Consigliato da 8 anni.

Antonella Bottazzi

Russel Stannard, Chiedilo a zio Albert-ed. Salani, 2001

Il gabbiano Jonathan Livingston

Un classico da rileggere o da far conoscere ai ragazzi, una storia che invita a volare alto, come il gabbiano Jonathan, a credere in se stessi e a cercare di migliorarsi, incuranti del giudizio dello stormo. Ma anche a rivedere le priorità e il valore del gruppo.

Consigliato a ragazzi della scuola secondaria di primo e secondo grado.

Antonella Bottazzi

Richard Bach , Il gabbiano Jonathan Livingston– ed. Rizzoli, 1984


La luna con le orecchie

Un albo illustrato che racconta di una luna con le orecchie, una luna in ascolto. Può essere l’inizio di un percorso di osservazione del nostro satellite, sempre a portata di sguardo. Belle anche  le illustrazioni.

Consigliato dai 5 anni

Antonella Bottazzi

Vivian Lamarque, Alessandra Cimatoribus  , La luna con le orecchie– Castalia Casa Editrice , Venezia,2001



L’uomo che misura le nuvole

Una storia da raccontare con il kamishibai o con un albo illustrato; un uomo che misura oggetti inconsueti e delicati, come i sogni tra gli innamorati o le chiacchiere delle donne dal parrucchiere, ma anche le nuvole appunto. Un piacevole input per imparare a guardare il cielo, osservare le nuvole e poi misurare tutto, ma proprio tutto.

Consigliato da 5 anni.

Antonella Bottazzi

Paola Franco, L’uomo che misura le nuvole– ed. Artebambini, Bologna,2014

Il sole ritrovato

Un albo illustrato con bellissime immagini e parole chiare per parlare di ecologia anche ai bambini più piccoli. In un primo momento gli uomini vivono nel rispetto della natura , rendono onore al sole e tutto è vita. Poi gli uomini si dimenticano del prezioso alleato, confidano solo sulle loro forze, il sole svanisce fino a scomparire.  Alla fine i bambini troveranno al soluzione e riporteranno calore e vita sulla Terra.

Il racconto può offrire suggestioni per parlare di uomini e natura, di ecologia, ma anche per  rappresentare il sole in tanti modi diversi, magari dopo aver raccolto tanti elementi naturali nel giardino della scuola e assemblato foglie, rami, sassi, per creare ciascuno il suo sole. 

Consigliato dai 4 anni

Marina Sirotti

Stepan Zavrel , Il sole ritrovato – edizioni Bohem press Italia, 2010

Disegnare il sole

Bruno Munari : disegnatore, scrittore, artista, soprattutto sperimentatore e giocoliere.  Esiste un “ metodo Munari?“ Difficile dirlo, meglio affidarsi alle parole dello stesso Munari per coglierne l’essenza: “ Conservare lo spirito dell’infanzia dentro di sé, per tutta la vita, vuol dire  conservare la curiosità  di conoscere, il piacere di capire, la voglia di comunicare  …  l’interesse  e il piacere  della sperimentazione sono molto più importanti  del risultato finale … pensare confonde le idee, è bene fare, pensare troppo limita!”

Ecco quindi l’invito che troviamo in questo libretto a sperimentare segni, forme, colori e tecniche per rappresentare elementi naturali, in questo caso il sole.

Consigliato dai 3 anni

Marina Sirotti

Bruno Munari , Disegnare il sole edizioni Corraini, 2004

Il vento del mondo

La storia di un piccolo vento  che ha imparato il segreto di una vita felice, in armonia con se stessi.

Un breve romanzo in cui puoi trovare il vento Saghir, che sta nel mondo delle piccole cose, della leggerezza, della timidezza, del rispetto e i grandi venti , che stanno nel mondo delle cose prepotenti, che vogliono fare paura, che guardano dall’alto in basso, che non rispettano…  Una metafora sul potere, sull’ambizione, una storia sul  grande valore delle piccole cose.  Saghir si muove in uno scenario naturale ampio e ricco di voci leggere, potenti, violente, sussurrate… , il piccolo vento viaggia tra valli e cieli, incontrando personaggi fantastici come  elfi, spiriti e balene.

Da questa favola per tutti possiamo proporre domande di senso ai bambini, su cosa conta davvero nella vita.

Consigliato dai 6 anni

Marina Sirotti

Jurgen Bieda, Il vento del mondo – edizioni Salani, 2008

E per  i più piccini :

Consigliati dai 3 anni

Marina Sirotti

Io mi mangio la luna

In tutti e tre gli albi c’è il desiderio di raggiungere la luna, chi la vuole acchiappare per assaggiarne un pezzetto e sentire che gusto ha, chi la vorrebbe come compagna di giochi e chiede aiuto al papà, chi ancora la  vorrebbe offrire alla sua mamma, che è una e solo una. Ma la luna è tanto lontana, sembra irraggiungibile e tutti i protagonisti  con l’ aiuto di animali o di tante persone, la raggiungeranno.

Lo stesso argomento trattato con tecniche diverse:  pagine piene di grandi pennellate blu per colorare il cielo, doppie pagine che si aprono per dare spazio a una  lunghissima scala , figure costruite a collage.

Un’occasione per fare domande  anche ai più piccolini e sollecitare curiosità sulle fasi della luna, sulle distanze, sulle cose che sembrano troppo lontane, ma si possono raggiungere con la collaborazione e la solidarietà.

Consigliati da 4 anni

Marina Sirotti

Io mi mangio la luna

Papà, mi prendi la luna per favore?

Ti regalo la luna

Michael Grejniec, Io mi mangio la luna edizioni Arka, 2000
Eric Carle, Papà, mi prendi la luna, per favore ? – edizioni La Margherita, 2016
Alice BriereHaquet, Ti regalo la luna– edizioni Gribaudo, 201

Marina Sirotti

Il giro del cielo

Con gli occhi di Mirò

Entrambi i libri permettono di accostarsi in modo giocoso al grande artista spagnolo. 

Come lui stesso diceva :  “…Ancora adesso quando passeggio guardo la terra o il cielo, non il paesaggio …Lo spettacolo del cielo mi sopraffà. Sono sopraffatto quando vedo la luna crescente o il sole in un cielo immenso. Nei miei quadri si ritrovano spesso forme minuscole in vasti spazi vuoti. Spazi vuoti, orizzonti vuoti, pianure vuote ….. Ho sempre bisogno di un punto di partenza, sia esso una macchia di polvere o uno squarcio di luce. Questa forma fa nascere una serie di cose, una ti conduce verso un’altra. Un pezzo di filo può dare inizio a un mondo. …”

Allora perché non chiedere ai bambini “ Cosa c’è nel tuo cielo ?” per poi costruire una costellazione con diversi materiali da ritagliare e incollare , oppure cercare forme “ belle “ nascoste nei quadri di Mirò da ingrandire, ripetere, rimpicciolire… per creare nuove composizioni dipinte con tempera bianca  ai vetri di un’aula per un cielo tutto speciale? 

Attività piacevoli che tengono conto di quanto siano importanti l’osservazione e la rielaborazione di opere d’arte per la crescita cognitiva dei bambini di tutte le età.

Consigliati dai 4 anni

Marina Sirotti

Paola Franceschini, Con gli occhi di Mirò– edizioni Artebambini, 2008
Paola Franceschini, Con gli occhi di Mirò, edizioni Artebambini, 2001

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Per finire, un corto lungo fino alla Luna:

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Preistoria e L’avventura di Hula

Il libro di Lando Landi, L’avventura di Hula, pubblicato qualche tempo fa in ebook nella collana RicercAzione, ha stimolato la riflessione, presso un gruppo di insegnanti, sulle esperienze e sulla didattica  della storia nella scuola primaria.

Ne abbiamo dialogato in redazione sottoponendo a Lando Landi alcune domande.

Come è nato il  progetto di questo libro? Che cosa ti ha ispirato a scriverlo? La prima motivazione profonda a scrivere L’avventura di Hula è nata dall’interesse che ho sempre nutrito, fin da bambino, per la Preistoria. Ricordo ancora chiaramente l’emozione che provai quando nel 1939, avevo allora 8 anni e frequentavo la terza elementare (a quei tempi in terza non si studiava la Preistoria ma il Risorgimento italiano), fu scoperto, all’interno della Grotta Guattari a San Felice al Circeo, il cranio di un Homo Neanderthalensis al centro di un cerchio di pietre. Divenuto maestro ho sempre apprezzato il valore educativo delle attività laboratoriali per lo stimolo che esse danno, come afferma John Dewey (How we think, Boston 1933), allo sviluppo dell’intelligenza per ricercare la soluzione dei problemi che inevitabilmente sorgono durante il lavoro manuale. Le attività laboratoriali possono anche motivare la cooperazione per facilitare il raggiungimento di un obiettivo condiviso. Il lavoro di gruppo, aspetto fondamentale della metodologia dell’educazione attiva, offre ai bambini occasioni per discutere e riflettere, mentre l’orizzonte sociale più ristretto che lo caratterizza agevola la comunicazione anche ai più timidi, facilitando il confronto dei diversi punti di vista e la circolazione delle conoscenze. L’interazione linguistico-cognitiva tra pari che si crea all’interno del gruppo, a sua volta, può portare, mediante la negoziazione dei significati e il ragionamento collettivo, a livelli notevolmente alti di organizzazione concettuale. (Cfr. Cousinet R., 1952; De Bartolomeis F., 1978; Pontecorvo C., Ajello A.M, Zucchermaglio C., 1991; Kaye A.R. 1994, pp 22-35; Ligorio B. 1994, pp 71 – 86; 1995). Tutto questo ha fatto sorgere in me il desiderio di scrivere un libro che mediante la forza evocativa di un racconto stimolasse i bambini a svolgere attività laboratoriali.

In quale modo secondo te un racconto a sfondo storico può risultare utile per l’insegnamento della Storia nella scuola primaria? Un racconto storico non può sostituire la ricerca su buoni testi, ma se ben documentato può avere un importante valore educativo. L’insegnante può ad esempio proporre ai suoi alunni di verificare, attraverso una seria indagine condotta in biblioteca, consultando online siti affidabili o intervistando esperti se la vita quotidiana o le vicende descritte nel racconto sono pertinenti e coerenti con i risultati della ricerca storiografica. Questo modo di procedere può, tra l’altro, abituare i giovani a controllare l’attendibilità della “carta stampata”. Un obiettivo che si poneva lo stesso Célestin Freinet con l’invenzione del “Giornalino”: stimolare la formazione del pensiero critico. Un racconto storico, una volta controllata la sua attendibilità, può richiamare l’attenzione del lettore sulle caratteristiche strutturali (Krzysztof Pomian, Storia delle strutture, Milano 1980) della società dell’epoca nella quale è ambientata la vicenda. Infine un racconto può stimolare i bambini a intervenire per trovare un finale diverso (Gianni Rodari, Tante storie per giocare, Torino 2011), o per divenire, a loro volta, autori di altri racconti (Mario Lodi, La Biblioteca di Lavoro).

A questo proposito riporto il racconto documentario inviatomi da Chiara Meriggi, una maestra MCE di Sesto Fiorentino, e un breve video ricevuto da Sara Riva, un’altra maestra MCE di Lecco, le quali avevano letto il mio racconto ai loro bambini.

«Malgrado nel libro si raccomandi ai ragazzi di farsi aiutare da un adulto, Gabriele, “Testa Dura”, ha voluto fare tutto da solo… era però presente nonno Giovanni che ha scattato alcune fotografie. Per prima cosa ha cercato, lungo il corso di un torrente, una pietra di forma triangolare abbastanza sottile, adatta a divenire la lama dell’accetta. Ha spaccato con una roncola un’estremità del ramo destinato a divenire il manico dell’accetta. Poi ha inserito a forza la lama di pietra nella spaccatura… quindi l’ha fissata strettamente con uno spago. Ma Gabriele non è il solo… anche Caterina c’è riuscita! Di Chiara ho anche il resoconto della sua esperienza con La storia di Hula e una presentazione in pdf, Valutazione formativa e progettazione didattica, nella quale si parla ancora di Hula.

Cliccando qui vedrete il video prodotto dalla classe di Lecco. La nevicata finale, spiega la maestra Sara, è stata realizzata con la polvere ricavata dalla lavorazione della steatite, un’altra attività laboratoriale proposta dal libro.

Da questa conversazione scaturiscono inevitabilmente pensieri e riflessioni su come, oggi e nel passato, si propongono a bambini e ragazzi attività finalizzate all’acquisizione dei concetti che sottendono a questa disciplina; ci si chiede anche a quale titolo la narrazione fantastica può affiancare, nella pratica didattica per la scuola primaria, la lettura di testi, la ricerca di documentazione di fatti storici, l’avvio all’uso delle fonti scritte, di documenti e fonti iconografiche… quale – corretto e non semplice – rapporto si può impostare con il concetto di “passato”, oggi che tutto, per l’apporto della tecnologia e del dilagare delle immagini, tutto sembra “presente” e contemporaneo…

Tutte questioni su cui intendiamo interrogarci, auspicando il confronto con il pensiero e le pratiche didattiche dei colleghi.

A partire da questo spazio-blog che accoglierà le idee e le proposte di chi vorrà…partecipare.

La redazione

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Un centenario di eventi!

Vuoi fare un’esperienza formativa davvero arricchente con Mce Roma nel segno di Mario Lodi? Sei una studentessa/studente e vorresti partecipare a un laboratorio totalmente gratuito di un’intera giornata con esperti di tecniche educative? Sei un/una docente? Con carta docente o meno, il costo è di 35 euro. Prenotatevi per i laboratori MCE linguistico (“Educare al piacere della scrittura” con Beatrice Bramini, esperta di metodo naturale), artistico espressivo (con Marilena Abbo, “Pensare ed esplorare la possibilità”) o scientifico (“Forze, Movimento e misure” con Oreste Brondo”). Per avere l’accesso totalmente gratuito come studentesse/studenti, scrivete a: nazionale@mce-fimem.it
Plenaria aperta e gratuita dalle 15.30 in poi per tutti presso l’IC Mario Lodi. Non puoi partecipare? Condividi queste informazioni, con studenti/esse e docenti di tua conoscenza! Ci vediamo il 3!!

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Milleunlibro-Dicembre 2022

Il dono

Libri per parlare di doni, quelli veri! Doni che passano di mano in mano, vite che si fanno dono, doni impalpabili ma preziosi, doni imprevisti come una lettera o un po’ di tempo regalato.

Cuentacuentos

Racconti tascabili

Raccontare una storia è uno dei doni più belli che un adulto possa fare a un bambino. Ancora più bello se si tratta di una storia che “vive” accompagnata da personaggi creati piegando fogli di carta, da trame che nascono assieme all’intreccio di fili colorati, da “carte” che compaiono e si accostano costruendo vicende, da gesti delle mani che accompagnano filastrocche e formule magiche.

Teresa Flores, insegnante spagnola e ricercatrice, ha scoperto centinaia di queste storie custodite nella tradizione di molti Paesi del mondo e molte ne ha raccolte in un libro destinato a insegnanti, genitori, educatori/educatrici. A coloro che, in tempi di comunicazione mediata e a distanza, vogliono regalare storie in cui ci siano invece la vicinanza, il contatto, la concretezza dei materiali, poveri ma in grado di evocare ricchezza di immagini.

Consigliato ai docenti di scuola dell’infanzia e primaria.

Nerina Vretenar

T. Flores, Cuentacuentos Racconti tascabili– Asterios, Trieste, 2020

Il viaggio dei tre re

La storia è quella dei re Magi, che qui sbagliano strada e si perdono raccontando ogni giorno una nuova storia. Il libro, nella sua versione originale, aveva le pagine volutamente incollate, per far sì che in un rito quotidiano, in attesa del Natale, si dovessero aprire scoprendo la narrazione del giorno. Le storie sono avvincenti e diventano davvero un dono prezioso nel periodo di attesa natalizia. I bambini le apprezzano molto.

Consigliato dai 6 agli 8 anni.

Antonella Bottazzi

Beatrice Masini, Il viaggio dei tre re– San Paolo ed. , 2022

Il regalo di Nina

Un album illustrato magnificamente da Fuad Aziz:  la storia di due bambine lontane nel mondo, ma vicine col cuore, attraverso una piccola perla colorata che viaggia per essere dono.

Da questo breve racconto può prendere il via una semplice attività di doni reciproci, qualcosa di nostro, da non comprare ma che parli di noi.

Riscoprire il valore del dono come espressione dell’affetto e del pensiero dei compagni farà piacere a tutti e a ciascuno. Un bel modo di augurarsi anche un buon Natale. Questa storia può essere spunto per iniziare una corrispondenza con bambini di altri luoghi, in cui la parola scritta diventa dono da scambiarsi.

Consigliato a partire da 5 anni.

Antonella Bottazzi

Fuad Aziz, Il regalo di Nina– Ed. Primavera, Benevento, 2018

Carta e penna per nativi digitali

La corrispondenza scolastica ai tempi di internet.

La corrispondenza scolastica (scambio di lettere, testi, oggetti tra classi lontane) è una pratica comune a molte insegnanti del Movimento di Cooperazione Educativa. Assieme alla pratica del testo libero e del giornale scolastico fa parte delle “tecniche” che, nello spirito della pedagogia Freinet, promuovono l’uso della scrittura in contesti reali di comunicazione.
L’esperienza ha dimostrato che per i ragazzi/e le lettere inviate da compagni/e lontani e indirizzate espressamente a loro sono vissute come veri e propri doni, attesi con curiosità e trepidazione.
Un piccolo libro edito dal MCE nella collana on line RicercAzione illustra il senso e l’importanza di questa pratica corredando le riflessioni con narrazioni di esperienze di corrispondenza realizzate in tutti gli ordini di scuola, dalla scuola dell’infanzia alla secondaria di secondo grado.

Consigliato ai docenti di ogni ordine e grado.

Nerina Vretenar

Senofonte Nicolli (a cura di), Carta e penna per nativi digitali. La corrispondenza scolastica ai tempi di internet– ed. MCE collana online RicercAzione , euro 4,99 .

L’uomo che piantava gli alberi

La storia vera di un uomo , un pastore, che ha lasciato un segno sul pianeta su cui ha camminato con passo leggero. Per anni, senza alcun tornaconto personale, Elzérad Bouffier ha piantato querce in una landa desolata, trasformandola in un bosco; lo ha fatto con la tenacia e la determinazione di chi dà forma ai sogni sotto forma di dono per chi verrà dopo di lui. Il libro ha diverse versioni, una più adatta agli adulti , altre illustrate o in pop up, più indicate per i bambini. Comunque vogliate raccontarla, è una bella storia, che restituisce valore ai piccoli gesti che fanno la differenza.

Consigliato a partire da 8 anni.

Antonella Bottazzi

Jean Giono, L’uomo che piantava gli alberi– Salani, Firenze, 2015

Buongiorno, buonasera, ti voglio bene

La storia vera di Miloud e dei suoi ragazzi di strada. Una vita che si è fatta dono per regalare gioia ad un’infanzia negata. Miloud  inizia dando spettacolo per le strade di Bucarest con il naso finto e una valigia con i giochi di prestigio. Corina e altri ragazzi che vivono nei canali  della città  piano piano si avvicinano a lui e e inizia per loro una nuova vita possibile, nasce una compagnia di teatro di strada e  un’associazione, Parada, che cambierà le vite di molti di loro.

Consigliato a ragazzi della scuola secondaria di secondo grado.

Antonella Bottazzi

Alberto Rivaroli, Buongiorno, buonasera, ti voglio bene– Fabbri, Milano, 2006

Il pacchetto rosso

La storia di un dono speciale, che passa di mano in mano regalando gioia a chi lo riceve, ma ancor di più a chi lo dona a sua volta, poiché chiunque lo riceve sente immediato il suo effetto benefico e avverte l’esigenza di condividere quel bene e quella sensazione di felicità che lo pervade. Con questo libro possiamo parlare ai bambini di doni speciali, che non costano denaro. La lettura di questo albo illustrato può dare vita ad uno scambio del pacchetto rosso all’interno del gruppo classe, sottolineando il significato della bellezza del gesto di donare, più che del mero valore economico del dono stesso.

Consigliato  dai 5 anni

Antonella Bottazzi

Linda Wolfsgruber , Gino Alberti, Il pacchetto rosso– ed. ARKA, Milano, 2018

L’incredibile storia di Lavinia

È la vigilia di Natale. A Milano fa freddo e tutti sono indaffarati a fare gli ultimi acquisti. Nessuno vuol vedere una povera bambina scalza che vende fiammiferi. Se qualcuno inciampa nei suoi piedini freddi ne è infastidito. Ad un tratto il buio della notte è illuminato dai fari di un’automobile da cui scende una bella ed elegante signora , forse una fata , che fa un dono magico a Lavinia, la bambina. Si tratta di un anello magico che se ruotato in un verso trasforma ciò che Lavinia sta fissando, in cacca , se ruotato nel senso inverso ciò che lei guarda torna al suo aspetto iniziale. La bambina, convinta di poter fare tutto grazie all’anello, diventa vanitosa e rischia di perdere la vera amicizia con Clodoveo, un ragazzino poco più grande di lei. Dopo molte disavventure la bambina capirà che la vera amicizia è più importante di un anello magico.

Questa storia ricca di imprevisti, di magia … e di tanta cacca diverte chi ascolta e chi legge. 

Consigliato dai 5 anni e soprattutto a chi  non è schizzinoso

Marina Sirotti

Bianca Pitzorno, L’incredibile storia di Lavinia – Einaudi, Torino, 2014

Le scatole di felicità

“ Lola, hai già pensato  al regalo che ti ho promesso? Un orsetto? Una bambola?”

“ Ho già scelto mamma! Però sst… te lo dico dopo!”

Ecco l’incipit che racconta di una situazione vissuta tante volte da un adulto, ma  nella risposta di Lola, la piccola topolina, si avverte subito che la storia avrà un’evoluzione insolita. Lola avrà due scatole, dove raccoglierà e conserverà le sue piccole e grandi felicità. Nelle scatole non troveranno posto le stupidaggini e le prepotenze dei “ bulletti” di scuola. Troveranno invece posto le carezze e il bacio della buonanotte di mamma e papà. Un piccolo libro, che racchiude una grande domanda da rivolgere ai nostri bambini : “ Cos’è per te una piccola / grande felicità?”   

Si può leggere già  ai bambini di 4 anni  

Marina Sirotti

Carl Norac, Claude K. Dubois, Le scatole di felicità– Babalibri, Milano, 2020

Aspetta

… e se decidessimo di donare un po’ di tempo disteso ai nostri bambini ?

Questo albo tenerissimo parla proprio del tempo frenetico ed ansioso degli adulti e del tempo più pacato, pronto a scoprire piccole meraviglie  dei bambini . La mamma protagonista attraversando la città osserva ansiosa l’orologio, mentre  sollecita il figlioletto a fare presto, invece lui si sofferma ora su un cagnolino, ora sull’operaio di un cantiere stradale o sulle gocce di pioggia che cominciano  a cadere.

Le immagini e le inquadrature rispecchiano i due punti di vista:  il ritmo incalzante della mamma che deve fare in fretta e quello  del bambino , che richiama alla calma.

Chi legge e sfoglia le pagine è invitato a seguire il ritmo del bambino , con il desiderio di soffermarsi a cercare piccoli dettagli da gustare.

Dedicato a tutte le volte che come adulti abbiamo seguito i ritmi dei bambini e abbiamo “ perso” un po’ di tempo con loro.

Consigliato dai 6 anni

Marina Sirotti

Antoinette Portis, Aspetta– ed. Castoro, Milano, 2015

Sulla collina

Quando l’intesa formidabile tra Uto e Leo  sembra guastarsi per l’arrivo di Samu che si unisce ai giochi sulla collina e il ritmo a due si interrompe; quando  le scatole che fanno volare, navigare, combattere contro mostri diventano tre, Uto resta a casa e non si diverte più.

Un giorno Uto sente alla porta la voce di Samu “Abbiamo una cosa per te. Dai, su, per favore… vieni fuori! “  Samu e Leo hanno portato in dono una scatola, anzi, molto di più di una semplice scatola: un oggetto straordinario che regalerà agli amici un fantastico ritmo a tre.

Consigliato dai 5 anni

Marina Sirotti

Linda Sarah e Benji Davies, Sulla collina, ed.Giralangolo, Torino, 2016

Quella mattina sono partito

Una mattina come tante altre, il protagonista decide di partire. Nel suo sacco mette tante cose, il bagaglio è molto ingombrante e pesante. Cammina  a lungo e ad ogni tappa regala qualcosa a chi incontra. Alla fine il nostro piccolo eroe ritorna con uno zaino molto più leggero, sono rimaste solo le cose che trasformano una giornata qualsiasi in una bella giornata. Un albo che ci indica la strada per togliere, più che aggiungere, e a riflettere sulle cose davvero importanti.      

Consigliato dai 6 anni

Marina Sirotti

Barroux, Quella mattina sono partito– Ed. Clichi, Firenze, 2021

Per finire un video tenerissimo che parla di amicizia, doni e un’originale corrispondenza.

Tanti libri a scuola

Molte opere della letteratura infantile sono veri e propri capolavori in grado di nutrire non solo la mente ma anche l’immaginario dei bambini/e e di arricchire il loro mondo emozionale.

La scuola, dove le letture possono essere condivise e mediate dall’adulto, è il luogo ideale per l’incontro con i libri.

Da molti anni l’MCE (www.mce-fimem) fornisce informazione e sostegno alle insegnanti che, avvalendosi della possibilità offerta dalla legislazione vigente, scelgono di sostituire, per la loro classe, il libro di testo con altri materiali librari. Hanno perciò la possibilità di mettere a disposizione dei loro alunni/e una biblioteca formata da opere scelte che costituiscono un patrimonio prezioso utile sia a suscitare il piacere della lettura sia a sostenere percorsi di conoscenza significativi.

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Lo sguardo e la cura. Esperienze, riflessioni e prospettive per lo “Zerosei”

Nella collana RicercAzione è uscito recentemente questo nuovo titolo, a cura di Diana Penso e Roberta Sambo.

Un libro collettivo, nato dalla collaborazione tra educatori, educatrici di nido e insegnanti di scuola dell’infanzia, provenienti da varie realtà italiane, che svolgono attività di ricerca all’interno del Gruppo Nazionale Zerosei del Movimento di Cooperazione Educativa e di cui Diana Penso è responsabile.

Con piacere ospitiamo la presentazione di una delle curatrici:

Il testo, organizzato in tre sezioni, racchiude già nel titolo i temi fondamentali dell’approccio pedagogico MCE e si propone come prezioso contenitore, una scatola di cui far memoria di vissuti e riflessioni che hanno caratterizzato un biennio molto particolare e assolutamente inedito: ascolto, sguardo, cura, relazioni.  Tutti temi “portanti” della pedagogia e della didattica MCE.

La chiusura improvvisa e repentina di nidi e scuole nella primavera del 2020 e le riorganizzazioni imposte dai decreti ministeriali anti Covid nell’anno scolastico successivo, hanno determinato uno shock iniziale e una necessaria e rapida revisione delle modalità di lavoro. Era necessario cambiare le modalità, e altrettanto fondamentale mantenere legami, ascolto e cura delle relazioni con bambine/i e con le  loro famiglie.

Le domande, i timori, le riflessioni che hanno attraversato tutti i gruppi di lavoro nei contesti educativi 0-6 trovano una descrizione nella prima sezione del testo, Lo sguardo e la cura: era necessario ri-pensare e ri-organizzare contesti educativi in cui la distanza permettesse comunque di garantire i legami, cercando di rispondere ai bisogni di tutti/e, senza interrompere i percorsi di lavoro intrapresi con bambini/e con bisogni educativi specifici.

Un cambiamento che ha dovuto rimodellarsi facendo appello a risorse e modalità offerte dal digitale, per molte/i inconsuete, talvolta quasi sconosciute, forse osteggiate. Tuttavia una risorsa e uno strumento potente, anche in termini cooperativi, che ha offerto possibilità in una chiave e in un linguaggio contemporaneo ma che ha posto in risalto, ancora una volta, nei mesi di restrizioni acute della pandemia, le molte forme di povertà e difficoltà delle famiglie. Uno strumento che ha messo in contatto educatrici/educatori, maestre/i e famiglie in maniera inedita, entrando di fatto negli spazi di vita privati di ciascuno, permettendo anche sguardi su relazioni e realtà familiari talvolta difficilmente leggibili nei normali contesti educativi.

Nel racconto delle esperienze della sezione I fili e le trasformazioni emerge l’urgenza iniziale di “riparare” il distacco improvviso dovuto alla pandemia mettendo in campo strumenti “storici” della pedagogia MCE, come la corrispondenza per raccontare e condividere le esperienze e i disagi del momento, o le scatole per raccontare, fare memoria, simbolizzare un delicato e fragile vissuto emotivo dato dalla forzata clausura e scomparsa delle relazioni.

Il volume si chiude con una terza parte intitolata Oltre i confini: prospettive future.

È patrimonio comune, appreso nel corso della pandemia, che ci sono nuovi ponti da costruire e attraversare, anche con l’approccio agli strumenti e ai linguaggi contemporanei digitali, e con una visione ben tracciata dai recenti e fondamentali documenti ministeriali data dalle Linee Pedagogiche  per Sistema Integrato zero sei e dagli Orientamenti nazionali per i Servizi Educativi per l’Infanzia. Tutti strumenti preziosi da utilizzare ora e in futuro.

Diana Penso

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Il diritto dei bambini alla pace

In occasione dell’anniversario dell’entrata in vigore della Convenzione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, il prossimo 20 Novembre, la Fimem (Federazione Internazionale dei Movimenti di Scuola Moderna www.fimem-freinet.org ) e il MCE (Movimento di Cooperazione Educativa www.mce-fimem.it) propongono a gli/le insegnanti del Mondo intero ad essere più che mai operatori di pace.

Tutte/i insieme facciamo in modo che il 20 Novembre 2022 sia la “Giornata internazionale del diritto alla pace. Iniziamo o continuiamo un percorso di Educazione alla pace che prosegua tutto l’anno.

Leggete la locandina per tutti i dettagli organizzativi della partecipazione.

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Un centenario di eventi!

I festeggiamenti per il Maestro continuano martedì 22 novembre Roma con il convegno internazionale “C’è speranza se questo accadde al Vho. Mario Lodi a cento anni dalla nascita”, dalle ore 9.30 alle 18.00, presso la sede del Dipartimento Scienze della Formazione dell’Università degli Studi Roma Tre in via Castro Pretorio 20, in Aula Volpi.

La Medaglia del Presidente della Repubblica che il Capo dello Stato ha destinato quale Suo premio di rappresentanza al convegno ne valorizza l’alto interesse scientifico e la sua natura internazionale. Il convegno è rivolto agli insegnanti, agli studenti di scienze pedagogiche, agli educatori, alle famiglie. Si tratta di un’occasione eccezionale per il mondo della scuola e dell’Università per riflettere su quanto e su come l’eredità del lavoro di Mario Lodi sia raccolta in diversi Paesi europei.  

Un appuntamento da non perdere.

Per info: segreteria.convegnomariolodi@gmail.com

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