Un centenario di eventi!

Vuoi fare un’esperienza formativa davvero arricchente con Mce Roma nel segno di Mario Lodi? Sei una studentessa/studente e vorresti partecipare a un laboratorio totalmente gratuito di un’intera giornata con esperti di tecniche educative? Sei un/una docente? Con carta docente o meno, il costo è di 35 euro. Prenotatevi per i laboratori MCE linguistico (“Educare al piacere della scrittura” con Beatrice Bramini, esperta di metodo naturale), artistico espressivo (con Marilena Abbo, “Pensare ed esplorare la possibilità”) o scientifico (“Forze, Movimento e misure” con Oreste Brondo”). Per avere l’accesso totalmente gratuito come studentesse/studenti, scrivete a: nazionale@mce-fimem.it
Plenaria aperta e gratuita dalle 15.30 in poi per tutti presso l’IC Mario Lodi. Non puoi partecipare? Condividi queste informazioni, con studenti/esse e docenti di tua conoscenza! Ci vediamo il 3!!

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Per conoscere la scuola “moderna” di Célestin Freinet

In occasione del webinar MCE che si terrà sulla piattaforma zoom lunedì prossimo, 23 maggio, abbiamo rivolto alcune domande a Enrico Bottero, traduttore, per MCE, della nuova edizione italiana della Scuola “moderna”. Guida pratica per l’organizzazione materiale, tecnica e pedagogica della scuola “popolare”, Asterios, Trieste 2022, apparso di recente in libreria.

Gentile professore, in merito a questo libro, da Lei recentemente tradotto dal francese, quali ritiene siano i punti essenziali di cui un lettore italiano deve tener conto nella lettura?

La scuola “moderna”, testo scritto durante la seconda guerra mondiale in un periodo, per Freinet, di immobilità forzata, è una sintesi  efficace dell’organizzazione della classe cooperativa. Prima di allora, spinto dall’esigenza dell’azione, aveva scritto articoli sulle esperienze delle diverse tecniche.  Solo durante la guerra scrisse un libro che le presenta tutte insieme grazie alla descrizione di una giornata nella scuola. Di qui l’importanza del volume che abbiamo pubblicato. Per comprenderla è però necessario contestualizzare distinguendo tra ciò che è inevitabilmente datato e ciò che  possiamo considerare di attualità.

Iniziamo dal primo aspetto. Soffre inevitabilmente dell’usura del tempo la concezione provvidenziale della storia che emerge fin dalle prime pagine (la certezza del prossimo avvento della società socialista).  È pur vero che dobbiamo rivendicare un rapporto tra pedagogia e politica, oggi pericolosamente ignorato (il che vorrebbe dire legittimare lo statu quo), ma non abbiamo più quelle “certezze”. Non abbiamo più una teodicea, la certezza di un’utopia realizzata. Abbiamo ancora una speranza ma, fortunatamente, meno certezze. Un altro aspetto legato al tempo trascorso è l’utilizzo di tecniche e materiali ormai desueti. Oggi non si usano più la tipografia o il ciclostile né si utilizzano le bandes enseignantes. Abbiamo nuovi strumenti e nuovi materiali. Dobbiamo utilizzarli al meglio nello spirito della scuola “moderna”. Abbiamo anche una società ben diversa. Quando scriveva Freinet c’era una scuola chiusa e impermeabile alla vita. Oggi c’è ancora chiusura ma la vita fuori dalla scuola è diversa perché molto  più condizionata dal consumismo. Che cosa vuol dire oggi aprire la scuola al mondo, alla vita? L’apertura alla vita va pensata per evitare di diventare strumenti di logiche mercatistiche (a volte richieste dagli stessi genitori). La scuola deve essere un luogo in cui i ragazzi, affinché possano apprendere a cooperare, siano protetti dalla pervasive logiche competitive del moderno “capitalismo pulsionale”.

Detto questo, la grande attualità del libro sta nel fatto che mette al centro dell’azione dell’insegnante l’organizzazione materiale del lavoro. Se vogliamo superare la pedagogia tradizionale, dice Freinet, dobbiamo agire sull’organizzazione del lavoro. Una sua frase  dovrebbe farci riflettere: «L’efficienza intellettuale, morale e sociale della vostra educazione non è solo condizionata, come ci hanno fatto credere per troppo tempo, dalla personalità dell’educatore o dal potere magico di un metodo. L’efficienza dipende dal materiale utilizzato, dalla sua perfezione e dall’organizzazione tecnica del lavoro».

Questa affermazione è agli antipodi della mentalità idealistica (ancora diffusa in Italia, più di quanto non si creda) secondo cui sarebbero la genialità dell’educatore, la sua capacità empatica, e magari “seduttiva”, a fare la differenza. Se vogliamo cambiare la scuola, dice Freinet, «dobbiamo smettere di contare sui casi eccezionali», (anche se lodevoli) magari, aggiungo io, facendone delle icone:  «…cerchiamo strumenti, tecniche e un’organizzazione che consentano i migliori risultati educativi con insegnanti normali» i quali dovrebbero comunque credere nell’utilità delle tecniche e nel progetto pedagogico che le motiva.

Un altro aspetto importante del libro, anche se ancora sotto traccia («Cooperazione Educativa», n. 2, 1963), è la consapevolezza che la pedagogia proposta da Freinet non sia solo un insieme di tecniche ma un vero e proprio sistema. L’originalità di Freinet, non sta nelle singole tecniche (quasi tutte mutuate da altri educatori) ma nell’aver costruito una loro sintesi coerente. Coerente con che cosa? Con alcuni principi di fondo: si parte dall’espressione libera e creativa dei ragazzi e dalla comunicazione  (si fa qualcosa per qualcuno, non compiti “scolastici”)  e, con l’occasione, si  lavora per  giungere agli apprendimenti (pratici e cognitivi). Freinet ha indicato, concretamente, la via di una pedagogia degna di questo nome: conciliare l’esigenza di finalizzazione (dare un senso a ciò che si fa a scuola) con quella di formalizzazione (acquisire saperi e competenze pratiche e intellettuali).

I due fattori qui nominati che segnano l’attualità del libro (centralità dell’organizzazione e natura sistemica della pedagogia Freinet) indicano una scelta: la pedagogia Freinet (che non è “metodo”) deve evolversi (anche con nuove tecniche) ma senza modificare la sua struttura di fondo, i suoi principi. Se la cooperazione tra insegnanti ha luogo condividendo pratiche più che teorie, le tecniche Freinet sono un punto di riferimento essenziale. Non bisogna ogni volta reinventare l’ombrello. Se c’è già un buon ombrello che ci copre insieme dalla pioggia, partiamo da quello, miglioriamolo e arricchiamolo insieme. È anche questo un suggerimento di Freinet.

Sappiamo e apprezziamo i corsi di formazione che sta tenendo per insegnanti di scuola primaria. Quale, a suo avviso, è per i docenti di oggi l’attualità di questo “maestro” tanto apprezzato nel Movimento di Cooperazione Educativa?

Credo che l’attualità di Freinet (ma vorrei qui ricordare l’importante contributo della moglie Elise, troppo spesso misconosciuto) tra i maestri e le maestre di oggi consista proprio nella concretezza e realizzabilità delle tecniche. Gli insegnanti che, insofferenti della pedagogia tradizionale, cercano nuove vie trovano nella pedagogia Freinet e nelle tecniche una proposta praticabile per dare concretezza alle idee che li/le animano. Per questo sono importanti i momenti di ricerca/formazione. Non si tratta di “insegnare agli insegnanti” le tecniche che dovrebbero “applicare”, ma di condividere esempi attuali di organizzazione della classe cooperativa in modo che ciascuno possa sperimentare la sua via, tenendo conto delle condizioni materiali e umane del suo contesto. Le nuove esperienze vanno poi documentate, condivise e discusse insieme (in questo modo arricchite ed eventualmente corrette). Lavorare insieme sulle tecniche vuol dire cooperare concretamente tra insegnanti. È quello che molti di loro stanno cercando di fare, spesso utilizzando le piattaforme web che permettono di comunicare anche con i colleghi lontani. Solo un adulto capace di cooperare realmente con gli altri (dunque disposto ad accogliere le eventuali critiche e a modificare le proprie azioni, autoregolandosi) può promuovere un gruppo cooperativo con i suoi ragazzi. Lavorando con gli/le insegnanti mi rendo conto di quanto i molti impegni a cui oggi sono vincolati (anche grazie ad alcune derive dell’aziendalismo scolastico) rendano più difficile dedicare tempo alla documentazione e alla cooperazione con colleghi “freinetiani” che spesso lavorano in scuole lontane. Si tratta comunque di una via obbligata. Non bisogna demordere se vogliamo dare un futuro alla pedagogia cooperativa e “popolare”, a una scuola che sia democratica.


Ci può indicare, in breve, qualche esempio di condivisione e “uso” delle tecniche Freinet da parte di qualche docente nella sua pratica professionale quotidiana?

Si potrebbero fare molti esempi. Nel MCE oggi ci sono molti insegnanti che stanno lavorando con le tecniche. C’è chi è solo agli inizi e chi ci lavora da molti anni. Molto interesse, ad esempio, suscita il piano di lavoro. Io, tuttavia, non partirei da lì. Il piano di lavoro è una tecnica che ne riassume in sé molte altre (testo libero, attività di ricerca, preparazione di conferenze, lavoro sugli schedari di lingua e matematica, ecc.).  Se non vogliamo che si riduca ad essere una risposta alla domanda  di soluzioni per individualizzare le abilità di lingua e matematica attraverso esercizi prima sarebbe necessario introdurre alcune tecniche di vita. Molti insegnanti, giustamente, propongono e sperimentano in classe prima di tutto il testo libero, a cui seguono le tecniche di comunicazione (giornale, corrispondenza, radio, ecc.). Si rendono conto che il piano di lavoro senza solide basi nel metodo naturale non avrebbe alcun senso. Le classi che lavorano già con più tecniche arrivano naturalmente a costituire la cooperativa (o consiglio di cooperativa), un’istituzione di mediazione in cui si discutono proposte per la vita e il lavoro della classe, oltre a eventuali conflitti sulle attività e la loro gestione. Per operare, questa “istituzione” richiede però che si stia già lavorando con le tecniche. Se gli spazi di parola non hanno a disposizione attività comuni da organizzare si finisce per parlare solo dei problemi di relazione. Non va dimenticato che nella pedagogia Freinet la mediazione delle relazioni ha luogo attraverso l’impegno dei ragazzi in un lavoro comune.

A cura di Giuliana Manfredi

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Freinet nella scuola di oggi

Il 23 Maggio alle 17,30 durante il nostro webinar ci confronteremo su un libro che da molti anni aspettava una nuova edizione italiana: La scuola “moderna“. Guida pratica per l’organizzazione materiale, tecnica e pedagogica della scuola “popolare”. Un’occasione di dialogo, a cui partecipare per comprendere che Freinet ha ancora molto da dirci.

L’ iscrizione è possibile fino al 22 Maggio compilando il modulo al seguente link: https://forms.gle/GLAnyAzTEyUQKJdaA

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Un centenario di eventi!

Le celebrazioni del centenario di Mario Lodi iniziate il 17 Febbraio, giorno del suo compleanno, stanno procedendo con molteplici iniziative di studio e riflessione sul contributo ancora attuale, che il maestro ha consegnato al mondo dell’educazione e alla nostra società.

Con piacere vi segnaliamo gli appuntamenti più vicini.

Il convegno di studi  Cominciare dal bambino: la scuola di Mario Lodi
Milano, venerdì 18 marzo 2022 – ore 9.30
12,45

Palazzo Pirelli, Piazza Duca D’Aosta – Auditorium Gaber.

Il convegno è organizzato dal Consiglio regionale della Lombardia, in collaborazione con il Comitato nazionale per le celebrazioni del centenario di Mario Lodi, l’Università degli Studi di Milano-Bicocca e l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Francesco Tonucci coordinerà gli interventi di: Elisabetta Nigris, Pierpaolo Triani, Sabrina Fava, Franca Zuccoli. Potrà essere seguito anche in diretta streaming: https://mediaportal.regione.lombardia.it/embed/live/13630

L’incontro CENTO ANNI DI LODI! IL MAESTRO DI VHO DI PIADENA che si svolgerà il 22 Marzo dalle 10,30 alle 12,30 all’interno della Fiera del libro per ragazzi di Bologna. A cura della rivista Il Pepeverde in collaborazione con Edizioni Conoscenza, avrà tra i partecipanti Carla Ida Salviati, Valentina De Proporis e Clelia Tollot.

Ed infine ecco l’elenco delle ristampe

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Scrivere insieme a scuola: perché? come si fa?

Una pratica MCE per crescere e imparare insieme l’arte della scrittura

«La scrittura collettiva permette di giungere tutti insieme a un testo compiuto partendo dalle idee anche parziali e confuse di ogni partecipante.
Il giusto pensiero si forma cammin facendo, discutendo, approfondendo, aggiustando. Una settimana di lavoro per scrivere una lettera o un altro testo non è tempo perduto se da quel lavoro ne viene una capacità nuova di usare la lingua.»
Mario Lodi

Il 3 Marzo si è svolto il terzo mini webinar, Scrivere insieme a scuola: perché? come si fa?, del nostro ciclo Mezz’ora con noi. Pubblichiamo qui sotto la video registrazione per chi non avesse potuto partecipare o chi volesse rivederlo.

Con Valeria Zanolin e Nerina Vretenar, coautrice del libro Scrivere insieme, hanno raccontato la loro esperienza Alberto Speroni, insegnante di scuola primaria a Genova, Alice Cinnirella e Debora Lorenzi, insegnanti di scuola primaria a Firenze.

Le nostre due collane hanno pubblicato molti libri sulla didattica della lingua e l’educazione linguistica, puoi trovarli sul nostro catalogo e al sito MCE libri.

Ecco i riferimenti relativi ai libri e ai video citati durante il webinar: Psicologia della composizione scritta, Bereiter e Scardamalia (La Nuova Italia); El vendedor de humo (video presente su YouTube); Dire Fare Inventare – Parole e grammatiche in gioco, a cura di N. Vretenar e testi di B. Malfermomi, (MCE-Asterios)

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Creazioni matematiche

Il 12 Novembre 2021 riprende l’attività di formazione del gruppo nazionale di ricerca Creazioni matematiche con il corso base “Facciamo matematica con le creazioni“, rivolto a insegnanti della scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di 1° grado. Avete tempo per iscrivervi fino all’11 Novembre.

Che cosa è un creazione matematica? Dice Paul Le Bohec: “È semplice, è una qualsiasi cosa!”

Se non sapete ancora cosa siano le creazioni matematiche visitate il sito del Gruppo di Ricerca: http://creazionimatematiche.mce-fimem.it/

Proseguite la vostra navigazione e scoprirete cosa pensano delle creazioni i bambini che le fanno http://creazionimatematiche.mce-fimem.it/che-cosa-e-una-creazione-matematica/http://creazionimatematiche.mce-fimem.it/che-cosa-e-una-creazione-matematica/

Potrete ascoltare la registrazione del webinar PROVIAMO A CAMBIARE DIDATTICA? realizzato il 25 settembre scorso al link http://creazionimatematiche.mce-fimem.it/webinar-del-25-settembre-2021-materiali-e-registrazioni/

L’esperienza di Paul Le Bohec espressa nel libro Il testo libero di matematica, le finalità e le strategie didattiche individuate nel Manifesto sull’insegnamento della matematica costituiscono le linee guida del gruppo.

clicca sull’immagine per accedere alla scheda del libro

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Scrivo prima di scrivere, leggo prima di leggere

Dal 17 al 19 giugno un gruppo di insegnanti si è riunito a Terno d’Isola (BG) per un corso dal titolo “Scrivo prima di scrivere, leggo prima di leggere”, organizzato dal Gruppo Territoriale di Bergamo. Dopo tanto tempo, finalmente in presenza! Abbiamo potuto tornare a metterci in cerchio, a condividere pensieri ed esperienze guardandoci negli occhi.

Durante il corso abbiamo affrontato alcuni dei temi che potete trovare nel libro “Chi ben comincia. Parlare-scrivere-leggere a scuola”: un libro e un corso per diffondere il metodo naturale. Un metodo che in realtà è un “non metodo”, perché non crediamo in tappe predefinite per insegnare ai bambini e ai ragazzi a usare la lingua. Crediamo invece nel valore fondamentale della parola e del linguaggio in tutti i suoi usi, non solo nella lettura e nella scrittura ma anche nell’oralità, nel dialogo costante con l’altro. Crediamo nell’importanza di creare un contesto accogliente, in cui ci sia spazio per la parola e per esprimersi, e nella cooperazione. Se diamo ai bambini la possibilità di mettersi alla prova in situazioni complesse, se creiamo un ambiente in cui si sentano a proprio agio e in cui anche le loro emozioni siano accolte, sapranno sorprenderci.

Per vedere la scheda del libro “Chi ben comincia. Parlare-scrivere-leggere a scuola”, clicca qui.

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«Chi ben comincia… Parlare, scrivere, leggere a scuola» diventa un Convegno.


Il libro edito da Asterios per la Collana MCE Narrare la scuola, a cura di Bruna Campolmi, Annalisa Di Credico, Nerina Vretenar, si trasforma in occasione per parlare di educazione linguistica, in un momento davvero particolare in cui si sta ripensando alla scuola e alla didattica a scuola.
Il libro raccoglie molte e diverse voci che condividono l’importanza della lingua e della comunicazione in contesti positivi, significativi e partecipati. Le diverse scritture e esperienze restituiscono la visione di una scuola possibile, aperta alle domande e alle proposte dei bambini e delle bambine.
Il Convegno è promosso dall’Università degli Studi di Firenze (FORILIPSI) e dal gruppo MCE territoriale fiorentino.
Interverranno Giuliano Franceschini (Università di Firenze) “L’educazione linguistica nelle Indicazioni nazionali e internazionali” e Lilia Andrea Teruggi (Università Bicocca Milano)
“Alfabetizzazione iniziale: ipotesi e teorie linguistiche dei bambini”
Seguiranno un intervento del gruppo MCE che ha realizzato la pubblicazione e un dibattito che speriamo ampio.
Iscrivetevi usando questo link entro sabato 8 Maggio!

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