Ecco gli eventi e laboratori organizzati dal MCE giorno per giorno:
Venerdì 24 marzo Biblioteca di lavoro a scuola oggi a scuola oggi, con Marta Marchi e Lidia Liboria Pantaleo – ore9,30- 11 Le loro voci. Il giornale a scuola, con Lidia Liboria Pantaleo – ore 9,30 – 11 Struttura della materia. Dal visibile all’invisibile, con Donatella Merlo e Anna Aiolfi – ore 11,30 – 13 La classe cooperativa: modi, ragioni ed esperienze, con Marco Pollano e Elisa Salvetti – ore 11,30 –13 Laboratorio rap e hip-hop: relazioni, contaminazioni e partecipazione, con Antonio Sofia e Fabrizio Bruno – ore 11,30 – 13 Dall’io al noi: pratiche, libri e percorsi per crescere cittadini, con Domenico Canciani e Marta Marchi ore 14 – 15,30 Service Learning per lo sviluppo di una comunità educante, con Patrizia Lotti e Antonio Sofia – ore14 – 15,30 I primi 2000 giorni: il senso della continuità 0-6, con Susanna Mantovani, Diana Penso e Valeria Vismara – ore 16 – 17,30 Dare forma all’insegnamento. Scuola e università per la formazione dei docenti, con Anna D’Auria e Elisabetta Nigris) – ore 18 – 19,30 Eureka! Biblioteca e pensiero euristico, con Lidia Liboria Pantaleo e Marta Marchi – ore 18 – 19,30 Astronomia in classe (e fuori), con Elisa de Sanctis – ore 18 – 19,30
Sabato 25 marzo Presentazione del libro “Quale mondo, quali futuri”, con Giancarlo Cavinato e Valeria Zanolin – ore 9 – 11,30 C’è ancora bisogno di intercultura?, con Roberta Bonetti e Maura Tripi – ore 11,30 – 13 Classi aperte e didattica laboratoriale, con Roberta Passoni – ore 11,30 – 13 Il piano di lavoro per la differenziazione didattica, con Elisa Amato e Valeria De Paoli – ore 14 –15,30 Un’impresa pedagogica collettiva: il territorio educante, con Anna D’Aura e Federico Samaden – ore14 – 15,30 Cinque passi per una scuola inclusiva, con Roberta Passoni – ore 14 – 15,30 Il dialogo come modalità di apprendimento, con Franco Lorenzoni ore 16 –17,30 Matematica come ricerca e costruzione collettiva, con Sonia Sorgato e Irene Vacca ore 18 – 19,30 Presentazione del libro “A scuola con Mario Lodi, maestro della Costituzione”, con Rosy Fiorillo eAnna Masala, ore 18 – 19,30
Domenica 26 marzo Quattro passi per una pedagogia dell’emancipazione, con Rosy Fiorillo – ore 9,30 – 11 Tempo e narrazione, con Giancarlo Cavinato e Nerina Vretenar – ore 11,30 – 13 Resistere oggi sul cammino di Bruno Ciari, con Juri Meda, Marcella Bufalini Ciari e Alberto Speroni – ore 11,30 – 13
Illuminare la presenza delle donne nella storia della scienza, tra astronomia e geometria, con Nicoletta Lanciano e Rita Montinaro – ore 11,30 – 13 Fare educazione linguistica democratica a scuola, con Lidia Liboria Pantaleo, Nerina Vretenar e Silvana Loiero – ore 16 – 17,30 La grammatica: un’enigma con cui divertirsi!, con Monica Colli e Grazia Mauri – ore 16 – 17,30 Mano, pensiero e pitture rupestri: laboratorio di prei(storia), con Marianna Di Rosa e Sara Riva – ore18 – 19,30
“Quella che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo lo chiama farfalla.” Lao Tzu
Cambiare vuol dire
mutare, andare incontro a una trasformazione,
mettersi in movimento,
viaggiare verso una nuova destinazione,
ma anche migliorare, innovare, evolvere…
I libri che vi proponiamo questo mese sono una piccola parte delle ampie possibilità che ci offrono questi argomenti. L’ottica con cui li abbiamo pensati va nella direzione di introdurre temi più specifici, o di affrontare, nel caso del cambiamento, situazioni difficili .
A scuola il gioco della trasformazione può aiutare a guardare gli oggetti e il mondo che ci circonda con occhi nuovi, più aperti, fuori dagli stereotipi e a smuovere la creatività nel senso in cui la pensava Rodari : un bastone che diventa un cannocchiale, una spada, il collo di una giraffa…
Ma anche a saper guardare le caratteristiche geometriche degli oggetti, introducendo così conoscenze più tecniche e dando un senso concreto ai concetti e all’astrazione.
L’osservazione delle opere d’arte poi può condurre gli alunni a feconde produzioni personali , magari anche attraverso l’uso di materiali poveri, di recupero, non troppo strutturati; sempre attraverso l’arte possiamo esplorare e comprendere l’evoluzione dell’uomo e della terra.
In altri termini
Un testo prezioso per chi crede che la geometria e la matematica si intreccino con la storia, la letteratura e l’osservazione del mondo che ci circonda. Un percorso di formazione per insegnanti da cui emerge come la matematica sia cosa viva, che cambia nel tempo, frutto dei luoghi e del contesto culturale. Dall’insegnamento di Emma Castelnuovo i laboratori, rivolti agli insegnanti di diversi gradi scolastici, su temi della didattica della matematica e dell’astronomia, si basano su premesse valide a diverse età: entrare nella storia delle discipline, inquadrare l’oggetto di indagine in un percorso di tipo storico, per far cogliere quanto in una determinata epoca già si conosceva (o non si conosceva) su che cosa ci si interrogava, e quanto un’epoca successiva abbia talvolta spazzato via intuizioni feconde e conoscenze sullo stesso argomento. Praticare la didattica attiva: disegnare, ritagliare, comporre nello spazio tridimensionale, usare il corpo, utilizzare la narrazione della scienza, anche in relazione a concetti e idee da altri campi del sapere, come la filosofia e l’arte, come strumento facilitante l’appropriazione di fenomeni. Insegnare a “sostare con le domande”, non dare risposta a tutto, quanto piuttosto insistere sull’importanza di imparare a porre e a porsi domande sensate, vere e non retoriche . I quattro scienziati “protagonisti” nei laboratori “irrompono” con una domanda/problema e con diversi stili narrativi: Didone con un testo letterario latino; Euclide con un suo testo dagli Elementi; Ipazia attraverso fonti letterarie e filmiche; Galileo con un frammento dal suo Discorsi e dimostrazioni matematiche intorno a due nuove scienze.
Consigliato a tutti i docenti di matematica e geometria a partire dalla scuola primaria.
Antonella Bottazzi
Nicoletta Lanciano, Rita Montinaro, In altri termini– MCE RicercAzione 27 e-book, 2023 ISBN 9791222055114
L’officina matematica
Un libro che non può mancare nella biblioteca di un docente di matematica, geometria e non solo. Emma Castelnuovo, la più grande ricercatrice italiana di didattica della matematica, in questo libro ha raccolto alcune lezioni –laboratorio in cui, attraverso l’uso concreto dei materiali, avvicina i ragazzi ai concetti più astratti di queste materie, in modo sperimentale e tangibile. Sorprende la semplicità delle proposte, fatte con elastici, spaghi e altri materiali poveri,insieme ad una rigorosa correttezza scientifica. La conoscenza per Emma Castelnuovo si costruisce con osservazioni, manipolazioni, domande aperte e un continuo confronto con l’arte e con la storia.
Consigliato ai docenti di scuola secondaria di primo grado.
Antonella Bottazzi
Emma Castelnuovo, L’officina matematica – ed. La meridiana, Molfetta (Bari), 2008
Cuentacuentos
Un libro scoperto per caso e che mi ha accompagnato per tanto tempo, offrendo innumerevoli spunti di lavoro per le diverse età di bambini e per varie occasioni. La maestra Teresa Flores ha l’obiettivo di trasformare i bambini in cuentacuentos, raccontastorie , perché educare attraverso le storie aiuta a immaginare punti di vista diversi, , aiuta a veder l’invisibile . Teresa inizia dagli oggetti e dai materiali della vita quotidiana. I bambini o l’adulto raccontano con parole e contemporaneamente con mano e dita , con le corde, con i disegni ( numeri, forme, cose), con la carta, con la sabbia, con le carte da gioco…..
Ogni azione che accompagna il testo narrato, costituisce un enigma fino al momento della sua conclusione e questo è l’aspetto che più diverte i bambini.
Così nella storia di capitan Manolito si comincia da una carta piegata a triangolo e si procede con piccole trasformazioni attraverso pieghe fino ad arrivare allo strappo finale che conclude a sorpresa l’avventura.
I bambini dopo aver ascoltato queste storie come spettatori possono diventare narratori in altre classi o inventare a loro volta storie partendo da oggetti di uso comune.
Consigliato a insegnanti, animatori, educatori, genitori… a tutti quelli che credono che saper raccontare aiuti a vivere e se riesci a creare un po’ di sorpresa è ancora più bello.
Un libro per lavorare di fantasia anche con i più piccini. È un cartonato con pagine resistenti che si sfogliano e si aprono. 10 oggetti di uso comune che si trasformano in animali se il bambino solleva un’ala. Le immagini sono accompagnate da brevi testi in rima: “Trovo in cucina il mio colapasta… … ma poi diventa una civetta dall’aria entusiasta”. Le figure risaltano e catturano l’attenzione con i loro colori accesi . La sorpresa accompagna il lettore ad ogni pagina.
Consigliato a partire dai 3 anni, ma anche con i più piccoli potete giocare con gli animali che si nascondono dietro la pagina e fanno cu cù!
Piccole metamorfosi della natura. Le parole di Angela Nanetti e le luminose illustrazioni di Pia Valentinis accompagnano il lettore in un viaggio nel tempo. C’è un fiore , un fiore tutto bianco che sorride al sole, prima c’era un ramo nudo che tremava di gelo, dopo, poi… dove … sopra , sotto…quando… dentro, fuori…ieri, oggi, domani… parole che accompagnano trasformazioni naturali di alberi, frutti, animali , fino alle stagioni, con rime baciate o alternate, che si rincorrono in un bellissimo girotondo dove trovano spazio ricordi e pensieri.
Consigliato dai 7 anni
Marina Sirotti
Angela Nanetti, Prima c’era un fiore– edizioni Motta junior, Milano,2011
Forme e fantasia
Quadrati, rettangoli, triangoli: semplici figure geometriche per immaginare paesaggi e inventare i protagonisti di una storia. È questo che ha fatto l’autrice di questo piccolo libro ed è questo che possiamo riproporre ai bambini giocando con le forme e i colori.
Consigliato dai 5 anni e a chi vuole giocare con le forme in una sorta di Tangram narrativo.
Marina Sirotti
Eleonora Cumer , Forme e fantasia– edizioni Artebambini, Bazzano (BO), 2015
La vera storia di Kamillo Kromo
Questo libro illustrato racconta la storia di camaleonti che imparano a cambiare colore a seconda delle stagioni per potersi mimetizzare e così sfuggire alla cattura dei predatori. Ma la possibilità di trasformarsi deve essere appresa a scuola fin da piccoli , nelle lezioni di aritmetica : giallo + rosso ? verde – blu ? … Il piccolo Kamillo però di emoziona durante le interrogazioni , sbaglia i colori e così non vuole più andare a scuola. Nonostante questo Kamillo risolverà una volta per tutte la minaccia degli uccellacci neri, diventerà l’orgoglio di mamma e papà e tutti gli faranno festa. Un piccolo libro per parlare di problemi da risolvere, di scuola, ma soprattutto partendo dalla storia si possono proporre ai bambini esperienze di combinazioni, miscugli e trasformazioni di colori.
Consigliato dai 5 anni
Marina Sirotti
La vera storia di Kamillo Kromo
Francesco Altan, La vera storia di Kamillo Kromo– edizioni EL, Einaudi, Parma, 1994
Fare per crescere
laboratori metodo Munari
Ogni testo riporta un argomento con riflessioni, pensieri ed esempi del grande designer, scrittore, inventore e tanto altro ancora, attraverso numerosi laboratori sperimentati con gruppi di bambini. Gli strumenti e i materiali di uso comune diventano fonte di ispirazione e aiutano i bambini ad esprimere la loro creatività fuori da schemi precostituiti. I laboratori sono descritti e documentati con fotografie dettagliate per offrire un valido aiuto a chi volesse riproporli adattandoli al proprio contesto.
Ogni volume propone un tema : 1 segni, 2 colore, 3 giochi, 4 parole, …
I volumi che ci riconducono in particolare all’argomento del mese sono :
trasformazioni (28) e cambiamenti (36).
Consigliato a insegnanti, educatori, genitori che credono in un apprendimento basato sulla partecipazione attiva del bambino, sullo sviluppo della sua creatività e in giornate di scuola in continuo divenire.
Marina Sirotti
Silvana Sperati, Fare per crescere, laboratori metodo Munari – 45 pubblicazioni in abbinamento a Corriere della Sera o La Gazzetta dello Sport e in collaborazione con l’associazione Bruno Munari ABM.
Tutto cambia
Un albo illustrato di poche parole che ad ogni pagina stupisce. Immagini grandi, avvolgenti, , potenti, dove il lettore entra e si perde in un sogno. Sembra proprio un sogno quello che succede a Joseph quella mattina. Joseph guarda con occhi meravigliati le cose intorno a lui , tutto ciò che fino ad allora era familiare e conosciuto, sembra rivelare una nuova identità. Nella cucina il bollitore compare con orecchie, coda e zampe da gatto, la poltrona diventa un gorilla…
Questo libro mi ha aiutato a dare la notizia del mio pensionamento ai bambini con cui avevo condiviso esperienze di scuola per 3 anni.
Grazie a questo libro insieme abbiamo trovato parole per vedere il cambiamento non solo come pericolo, ma come possibilità di evoluzione. Crescere vuol dire anche accettare che vivere significa rischiare il cambiamento.
Consigliato a chi è affascinato dalle illustrazioni mutevoli, le illusioni ottiche, e a chi deve affrontare un cambiamento ; in generale dagli 8 anni in poi.
Marina Sirotti
Anthony Browne, Tutto cambia– edizioni ORECCHIO ACERBO, Roma,2019
Le cose che passano
Le pagine di questo albo illustrato sono intervallate da fogli semitrasparenti che simulano i cambiamenti delle cose o il loro passaggio momentaneo: il sonno che finisce, una piccola ferita che si rimargina, i pidocchi che lasciano la testa…
Un albo da proporre ai bambini per riflettere sulle trasformazioni piccole e grandi della vita, un invito a lasciare andare le paure e a non temere i cambiamenti .
Ma anche a riflettere sui sentimenti veri, perché quelli non passano.
Consigliato dai 5 anni.
Beatrice Alemagna, Le cose che passano – Topipittori, Milano, 2019
Chakra, mandala, simboli
Un album con fogli staccati che offre molti mandala e simboli vari. Colorare i mandala è una forma di meditazione potente molto amata dai bambini, che può essere proposta anche ai più piccoli; con i bambini più grandi può essere un approccio che conduce alla costruzione dei propri mandala, seguendo le regole della simmetria e del ritmo e affiancando questa attività all’approfondimento della geometria.
Consigliato dai 7/8 anni
Antonella Bottazzi
Johannes Walter, Chakra, mandala, simboli – Macro edizioni, Cesena, 2016
Il mio primo libro di origami
Donatella Cecconi, Il mio primo libro di origami – Il Castello editore, Milano, 1991
Moltissimi sono i libri di origami; questo è adatto a chi approccia per la prima volta a questo particolare tipo di arte, per chiarezza e semplicità delle immagini e delle didascalie. Dopo un inizio in cui i bambini o i ragazzi necessitano di essere seguiti dal docente per comprendere le spiegazioni (anche quelle simboliche), qualcuno si appassionerà e vi stupirà; il libro mostra 40 modelli con difficoltà graduali.
Anche in questo caso è possibile abbinare l’attività di origami all’osservazione delle figure che via via si formano, approfondendo alcuni concetti geometrici .
Il valore di questa attività è che l’apprendimento passa attraverso le mani, il movimento, la percezione dello spazio vissuta tramite il corpo .
Consigliato agli adulti alle prime armi e da 8 anni.
Antonella Bottazzi
Animani
Mario Mariotti, Animani -Nardini, 2009
Un libro di immagini di mani che si trasformano in animali attraverso la forma e il colore. Un invito a vedere la realtà attraverso l’immaginazione , ad andare oltre. Dalla lettura può prendere spunto la creazione di storie inventate , l’imitazione del gioco stesso di trasformazione con le proprie mani, i colori o il vecchio gioco delle ombre cinesi.
Della stesso autore del precedente, molto simile, c’è anche:
Mario Mariotti, Rimani – Fatatrac, Firenze, 1989
Consigliati dai 7/8 anni
Antonella Bottazzi
Flatlandia
Un romanzo datato ma ancora godibile; racconta il mondo della geometria piana, immaginandolo attraverso gli occhi del reverendo Edwit Abbott Abbott, che descrive i personaggi che lo abitano attraverso le loro caratteristiche geometriche a due sole dimensioni, altezza e lunghezza.
Un libro che fa sorridere e che può servire ai docenti come strumento giocoso per introdurre alcuni concetti della geometria euclidea .
Consigliato ai docenti di matematica e geometria di ogni ordine e grado.
Edwit Abbott Abbott, Flatlandia – edizione Gli Adelphi, Milano,1966
Metamorfosi
Ultimo, ma non ultimo, un classico che già vi avevamo consigliato : non può mancare, dato il tema. Resta un libro a cui attingere in molte occasioni per gli archetipi che affronta, per la ricchezza del linguaggio e delle emozioni che sa regalare ad ogni età.
Quest’anno mi ritrovo a insegnare per la prima volta matematica in una classe quinta. Sfoglio il libro di testo per farmi un’idea del materiale in dotazione e mi accorgo fin da subito della quantità di argomenti inseriti.
Ora che sono passati alcuni mesi dall’inizio dell’anno scolastico, mi sono ormai fatta un’idea delle difficoltà e punti di forza dei bambini e dei loro tempi di apprendimento, perciò riguardo gli argomenti proposti dal libro e mi sembrano veramente tanti: perimetro, area, volume, circonferenza, potenze, espressioni, unità di misura, probabilità, statistica, relazioni… tutto questo e anche di più si può trovare sul libro di testo adottato dalla classe. Confrontandomi con le colleghe, anche loro concordano che gli argomenti siano troppi, alcune fanno notare che certe conoscenze e abilità verranno riprese alla secondaria solo in classe terza… siamo insomma abbastanza d’accordo che sia meglio proporre meno argomenti ma affrontati con la giusta attenzione, e anche le colleghe della secondaria sembrano concordare. Molto bene, problema risolto, giusto?
E invece no, perché ecco comparire lo spauracchio che fa cambiare idea a molti insegnanti: le prove INVALSI. La probabilità va per forza accennata perché negli INVALSI è presente; è vero che la circonferenza verrà ripresa alla secondaria solo in classe terza, ma negli INVALSI i bambini la troveranno…
Gli INVALSI ci sono, è un dato di fatto, che ci piacciano oppure no. Ma come si può gestire il contrasto fra le riflessioni degli insegnanti su cosa sarebbe più sensato per la propria classe e la consapevolezza di questa prova che a un mese dalla fine della scuola pesa su tutti come una spada di Damocle? I docenti sanno che i risultati della propria classe saranno pubblici e d’altra parte i bambini, pur non essendo i soggetti valutati dagli INVALSI, sono coloro che si trovano a dover affrontare una prova lunga e faticosa: come loro maestra mi chiedo se sia giusto lasciarli così sprovveduti davanti a tanti quesiti ai quali, se non saranno stati affrontati certi argomenti, so già che non saranno in grado di rispondere.
D’altra parte, è giusto mettere in secondo piano le necessità della classe in termini di apprendimento solo perché un certo giorno arriverà una prova nazionale, scritta da chi non conosce gli alunni che abbiamo davanti? Finalmente siamo arrivati a un sistema di valutazione per la scuola primaria che prevede la possibilità di obiettivi differenti nelle diverse classi, perché ogni percorso di apprendimento è unico e non perfettamente sovrapponibile a quello dei bambini inseriti in altri contesti. Se da un lato abbiamo fatto questo grande passo avanti, dall’altro mi chiedo come conciliarlo con un sistema di valutazione nazionale che pretende invece di valutare tutti come se fossero uguali.
Voi cosa ne pensate? Anche altri insegnanti vivono questa difficoltà? Come la gestite? Pensate ci possa essere un modo per sfruttare la presenza degli Invalsi in maniera positiva?
Il 12 Novembre 2021 riprende l’attività di formazione del gruppo nazionale di ricerca Creazioni matematiche con il corso base “Facciamo matematica con le creazioni“, rivolto a insegnanti della scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di 1° grado. Avete tempo per iscrivervi fino all’11 Novembre.
Che cosa è un creazione matematica? Dice Paul Le Bohec: “È semplice, è una qualsiasi cosa!”
Quello dei numeri è un mondo complesso, ricco di suggestioni.
Dietro la parola “uno” si possono celare numerose immagini, realtà: uno come parola che parla di solitudine, che ci parla di ciò che è molto poco o molto piccolo, di quantità definita (una sola cosa), di importanza centrale (c’è solo una persona che sa fare questo).
La matematica, l’aritmetica travalicano continuamente, nella scuola, il confine definito dalla convenzionale suddivisione in materie. Il rendersi conto di questo, anzi, il renderlo elemento portante in un percorso sui numeri è ciò che ci restituisce in modo preciso gli obiettivi del libro I bambini sanno contare, scritto da Donatella Merlo.
Sentiamo la preoccupazione e il disagio di molte insegnanti all’idea di non occuparsi di un numero alla settimana, e arrivare al dieci dopo quattro mesi di mnemonica senza alcuna applicazione e relazione con la realtà che ci circonda. Per molti la matematica “concreta” è questa: saper contare, riconoscere i numeri e saper fare 4+5. Non diciamo che non sia importante, ma se si limita a questo la matematica di concreto ha ben poco.
Attraverso la presentazione di moduli di lavoro definiti, sia negli obiettivi che nell’uso dei materiali che nel setting di lavoro proposto, in questo libro prezioso percorriamo la narrazione per frammenti organicamente collegati tra di loro, di un possibile percorso sui numeri, sul numerare, sul giocare e familiarizzare con i numeri nella scuola dell’infanzia e nei primi anni della primaria.
Suddiviso in capitoli che definiscono e connettono alcune aree (conoscenze di partenza, prima di contare, il conteggio la cardinalità dei numeri e la scrittura, verso un ordinamento dei numeri), il libro propone un agire che anima ogni attività proposta al cui centro sta “il problematizzare”. È ciò che viene chiesto continuamente ai bambini che vengono coinvolti in lavori di gruppo e di discussione su quanto fatto in ogni laboratorio.
Il numero non è qualcosa di già dato, ma qualcosa che si deve cercare e ricercare continuamente tra le cose, e per far ciò bisogna inventarsi strategie, insieme, costruendole a partire dai materiali proposti dalle insegnanti e dalle osservazioni e dalle discussioni che nascono dal fare, dal provare e dal riprovare.
Domande, numerose e pregnanti, più che risposte già date vengono proposte ai bambini.
Si inizia dal chiedersi quali sono le cose che si possono contare e come si conta, partendo dalle affermazioni dei bambini e da azioni concrete (portami al tavolo 5 oggetti) a cose sempre più complesse (come si fa a contare l’acqua, o la sabbia?), per arrivare a domandarsi e a inventarsi strategie su come si fa a contare – senza sbagliare – una gran quantità di oggetti disordinati, quali strategie possibili.
I numeri li si rintraccia anche nelle storie, scoprendo come la matematica sia presente anche dove meno te lo aspetti (quanti animali, quanti personaggi, quante cose accadono e quante volte in ogni narrazione proposta).
È difficile rendere la ricchezza, la complessità del percorso e del rapporto con i numeri che viene messo a fuoco in questa sequenza di possibili azioni da realizzare. Ogni cosa affrontata è un argomento di discussione tra i bambini. I numeri non sono solo una sequenza di etichette da ripetere, ma parti di organismi, di strutture, di azioni che vengono messe in campo; di pensieri e intuizioni che vengono espressi in una ricerca continua delle parole adatte.
L’uso della parola – che dà corpo, che prende corpo, che definisce, che restituisce in modo narrato, diretto o indiretto ciò che si va apprendendo – è centrale.
Donatella Merlo propone una riflessione su quanto «…succede soprattutto con le nuove conoscenze: finché non le sappiamo tradurre in linguaggio, nel nostro linguaggio, vuol dire che non sono ancora veramente nostre. Non si tratta solo di parafrasare ciò che abbiamo letto su un libro, ma proprio di costruire un nostro personale racconto che spieghi le cose.
Per arrivare a questo punto è necessario socializzare il nostro pensiero: prima lo raccontiamo ad altri e poi diventa nostro».
Oreste Brondo
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Articolato in una serie di brevi sotto-sezioni, è un testo di agile lettura che si presta anche a una consultazione rapida, sulla base delle esigenze del momento.
Il testo è rivolto a insegnanti della scuola dell’infanzia e della classe prima della scuola primaria.
Articolato in una serie di brevi sotto-sezioni, è un testo di agile lettura che si presta anche a una consultazione rapida, sulla base delle esigenze del momento. Il testo è rivolto a insegnanti della scuola dell’infanzia e della classe prima della scuola primaria. È adatto sia a insegnanti ad inizio carriera che abbiano bisogno di punti di riferimento su come impostare il lavoro; sia a insegnanti con anni di esperienza ma sempre desiderose di rendere più efficace la loro azione didattica. Ha l’intento di colmare un vuoto editoriale. Dalla fine degli anni Settanta la ricerca psicologica sul processo di acquisizione del concetto di numero ha fatto grandi progressi ma nei libri di testo per la scuola primaria continuano a dominare le idee di Piaget. Si propone quindi di promuovere un rinnovamento delle pratiche d’aula presentando un percorso verticale coerente che va dalla scuola dell’infanzia alla classe prima della scuola primaria. Ogni attività è stata sperimentata più volte per cui è corredata di note che mettono in evidenza criticità possibili cui è necessario prestare attenzione. Inoltre di ogni proposta vengono esplicitati l’obiettivo e le motivazioni teoriche in modo che l’insegnante possa sempre esserne consapevole. Gli approfondimenti teorici sono inseriti in schede colorate facilmente individuabili. Le attività proposte vengono esplicitamente indicate come prototipi: l’insegnante è invitato a provarle e a inventarne altre simili quindi a proseguire il percorso di crescita professionale in modo autonomo. In ottica costruttivista, il bambino è sempre al centro: costruisce il concetto di numero facendo esperienze di senso che lo stimolano a recuperare i suoi saperi pregressi e a ristrutturarli attraverso il confronto con i compagni, con il sostegno discreto dell’insegnante. Come il Manuale delle giovani marmotte… agile indispensabile per sapere cosa fare e perché. Un testo operativo potenziato. Mondovì (CN), 28/03/2021 Margherita Gastone, Insegnante della scuola primaria
Complimenti per la completezza, la rigorosità e la chiarezza di questo lavoro che rivela la preparazione, l’esperienza e la passione di Donatella Merlo che ho avuto il piacere di conoscere e con la quale ho condiviso esperienze memorabili. Mi ritrovo completamente nel suo lavoro e spero che molti insegnanti possano farne tesoro. 18 marzo, 2021 Gabriella Cascio insegnante scuola primaria
Il libro è senza ombra di dubbio molto ben strutturato. L’aspetto che più mi piace è il giusto bilanciamento tra parte teorica e parte pratica, a volte i libri sono troppo pieni dell’una o dell’altra. La parte teorica di presentazione è scorrevole e piacevole alla lettura e riesce al tempo stesso a trasmettere i nodi cruciali della materia e dell’insegnamento, cosa che non sempre si trova sui libri perché a volte sono fin troppo curati e pieni di termini tecnici per noi maestre dell’infanzia. La parte di presentazione delle attività mi colpisce nuovamente per la semplicità e la linearità con cui vengono presentate, poche cose: destinatari, obiettivo, materiali e una breve descrizione dell’attività corredata dalle note per l’insegnante ma chiare. Anche in questo caso difficile trovare libri in cui le attività siano così ben spiegate, ricche di spunti direttamente sperimentabili in sezione, aperte verso nuovi sviluppi e adattabili a realtà diverse. Le esperienze descritte, inoltre, dimostrano che si può insegnare matematica in modo divertente per i bambini e per noi docenti. Per riassumerlo in due parole, chiaro e concreto, usabile da tutti e adattabile a svariati contesti. 17/03/2021 Valeria Griseri insegnante scuola dell’infanzia
Ho letto il libro. Brava!! È un libro chiaro e interessante molto utile per le maestre. Inoltre c’è un misto di teoria e pratica che “educa” bene gli insegnanti. Brava. 14 gennaio 2021 Vio Elisabetta NRD insegnante di scuola media
Secondo me è questo il formato giusto per la struttura dei contenuti di questa sezione della Collana perchè non ripete noiosamente “buone indicazioni” senza applicarle nel vivo degli step di apprendimento. Occorre essere propositivi, tra riflessioni sui concetti-base e sulle esperienze. Io vorrei che ci confrontassimo con alcuni colleghi in servizio proponendo questo libro sul numero come esempio, e vedendo come/cosa fate voi in servizio anche su altre aree cruciali come Lingua, Storia, Geografia… aree scientifiche… 14 gennaio 2021 Giuliana Manfredi, direttrice della Collana RicercAzione
Da sempre mi occupo di lingua quindi il mio sguardo è di una “estranea” al mondo dei numeri e del contare, quindi non so quanto vi potrà essere utile. Comunque l’ho trovato un testo molto chiaro e mi sembra che la parte teorica sia asciutta e non appesantisca in nessun modo le numerose attività che avete raccolto. Mi sembra che la parte in cui si parla delle prove iniziali per andare a vedere cosa i bambini e le bambine “portano” sia molto in linea con quello che facciamo nella mia scuola. Io quest’anno ho una prima e noi, per lingua, ci appoggiamo ai protocolli Ferreiro Teberosky (oltre a domande sul contesto familiare e di vita) con una scansione che attraversa tutto l’anno scolastico (settembre-ottobre/gennaio-febbraio/maggio). Le attività proposte sono significative e aiutano a rendere espliciti anche agli adulti gli step e i momenti in cui emergono i riferimenti ai numeri e al contare. Sono contenta che ci siano così tante filastrocche anche perchè oltre a favorire immagini su cui ancorare concetti, riportano all’importanza dell’aspetto fonologico che dovrebbe essere la base dei percorsi tra fine infanzia-inizio primaria (anzi alcune le prenderò in prestito). Inoltre ho apprezzato il ruolo dell’insegnante che emerge dalla pubblicazione: una figura che prepara attività sensate ma che in classe è lì per mettere a disposizione uno sguardo attento da professionista pronto a modificare la sua proposta a seconda di quello che dicono i bambini. Aggiungerei un elogio alla lentezza, al non lasciarsi prendere da una corsa al galoppo verso traguardi che nulla hanno a che vedere con l’apprendimento e che sono solo nella mente di noi insegnanti e dei libri di testo dai quali ci lasciamo dettare ritmi e traguardi. Che dire….complimenti! Sono sicura che il vostro lavoro rappresenti un valido aiuto agli insegnanti e agli studenti che si stanno formando. Grazie per il vostro lavoro. 1 dicembre 2020 Raffaella Maggiolo
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Nel libro Il testo libero di matematica di Paul Le Bohec la matematica non è vista come un sapere cui ci si può solo adeguare, ma è considerata nella sua funzione educativa, come contributo alla formazione del pensiero. «A fianco di un itinerario didattico, rigidamente seguito da generazioni, potrebbe configurarsi, svolgersi, affermarsi un percorso euristico che corrisponda meglio alla natura dei bambini» (P. Le Bohec).
Nel testo viene proposto il metodo naturale il cui punto di partenza e le invarianti sono la messa in gioco di tutto l’essere umano, la globalità della persona, il rispetto della cultura del bambino, l’ascolto, la valorizzazione della creatività, le relazioni nel gruppo, un’impostazione coerente del rapporto fra i soggetti, con le loro esigenze di apprendimento e l’organizzazione didattica, in cui le prime costituiscono le condizioni della seconda e non viceversa.
L’avvio delle sedute di matematica: «All’inizio io mi preoccupo molto poco di questa disciplina, io ho cura soprattutto di sottolineare il comportamento dell’essere umano nell’apprendimento.»
Le creazioni: di che natura sono? quale può esserne la fonte? All’inizio, «il desiderio di esprimersi profondamente e di impadronirsi di tutte le possibilità offerte da questo linguaggio.[….] Dalla matematica si può sfociare nella poesia, nella psicologia, nella coreografia, nella politica e in mille cose ancora. E reciprocamente.»
I fenomeni di gruppo: «Fa parte del nostro lavoro scoprire ciò che avviene in classe»: chi parla con il vicino, chi protesta perché vede preferita la soluzione di un altro, chi si serve di un altro per esprimere una propria idea, chi cerca un alibi o un pretesto, chi si allea. «Dall’osservazione dei diversi comportamenti emergono indicazioni fondamentali per l’insegnante». «Il gruppo gioca un ruolo considerevole. Anzitutto può essere un luogo di parola, un luogo di accoglienza, un luogo dove esprimere liberamente delle ipotesi, senza temere giudizi svalorizzanti.»
La complessità: «La mente umana di fronte al caos che dà incertezza tenta di trovare delle strutture che le permettano di dominarlo almeno in parte […] Una classe è un complesso di individui complessi. Essi sono talvolta così differenti che sembra impossibile farli lavorare insieme. l’insegnante deve prendere in carico la complessità delle situazioni e delle persone.»
D’altra parte, segnala Le Bohec, è Freinet che ci ha immesso nella complessità, avviato al superamento delle eccessive semplificazioni. E troviamo conferme nelle teorie di Popper e di Bachelard.
Il metodo naturale di apprendimento si basa su sei elementi: -la pratica personale -i fenomeni di gruppo -i punti di riferimento personali e collettivi nelle costruzioni matematiche -le specificità fisiologiche di ciascuno -le particolarità psicologiche -le circostanze -le varianti.
E poi: molta matematica; la matematica intuitiva, la matematizzazione delle situazioni, il gioco matematico, il tentativo sperimentale, l’attribuzione di significato alle creazioni, la simbolizzazione, la pratica personale elemento indispensabile nella formazione docente,…
Le Bohec ci affida un interrogativo: «Quale avvenire per questa idea di metodo naturale?Sta, dice lui, ai maestri praticiens cercare, esplorare, sperimentare.»
G.C.
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