Teatro e scuola
“Un uomo attraversa lo spazio e un altro lo osserva: è sufficiente questo a dare inizio a un’azione teatrale”. Per Peter Brook, come per Jerzy Grotowski, è da qui che bisogna partire, dall’istante di un incontro.
E dunque se teatro è incontro quale luogo migliore per praticarlo se non la scuola?
Il teatro è cura di sé , nel senso che insegna ad ascoltare il proprio corpo e le proprie emozioni.
È uno spazio interculturale, che realizza una didattica dei punti di vista e sperimenta pratiche di ascolto attivo.
È uno spazio che favorisce l’educazione alla cittadinanza attiva , nel momento in cui predisponiamo un contesto e uno spazio nel quale affrontare problemi sociali, creando un’occasione di dialogo e di confronto.
È un’attività che prevede la cooperazione come condizione irrinunciabile per la buona riuscita dell’azione teatrale stessa.
Il teatro inoltre è terra di mezzo tra fuori e dentro la scuola.
L’attività di teatro può essere di grande aiuto anche per bambini disabili o svantaggiati, che in questa forma riescono ad esprimersi , liberi da modalità di lavoro e valutazioni troppo legate ad abilità prettamente scolastiche.
Diversi sono gli approcci al teatro che la scuola può e deve, a nostro parere, promuovere. Uno di questi è certamente la fruizione di spettacoli degni di tale nome, che facciano riferimento a testi letterari o ad opere teatrali di spessore, preferibilmente recitati da bravi attori e messi in scena da registi capaci. In questo senso credo che se condividete con noi l’idea che il teatro educa e il gioco dell’immedesimazione cura, sia compito di ogni docente vedere tanto teatro, frequentarlo come frequenta le biblioteche e i musei. Teniamo conto del fatto, tra l’altro, che molti dei nostri ragazzi non farebbero mai l’esperienza di assistere ad uno spettacolo teatrale, semplicemente perché in molte famiglie non c’è questa abitudine. La scuola può colmare un vuoto.
Ma un approccio non meno importante che offre moltissime opportunità di crescita del singolo e del gruppo, è fare teatro a scuola, esserne protagonisti.
È pratica abbastanza comune nella scuola dell’infanzia e alla primaria, poi sempre meno nei gradi che seguono, quella di provare a mettere in scena opere classiche e non solo.
Qualcuno si serve di copioni già predisposti, che facilitano chi non si sente preparato a gestire uno spettacolo dalla scrittura del testo alla messa in scena. Questa strada però limita enormemente le potenzialità dello strumento, il coinvolgimento emotivo e la partecipazione attiva e consapevole dei bambini/ragazzi.
È vero, noi docenti non siamo registi, ma se la pretesa non è quella di creare un’opera colossale, possiamo dare dignità a testi e pensieri espressi dai ragazzi. Talvolta ci possono aiutare esperti, che passando da un laboratorio centrato sui ragazzi, ci forniscono materiale per creare una rappresentazione che appunto li rappresenti e dia dignità e valore ai loro pensieri. Insegnante ed operatore teatrale, insieme, possono essere costruttori e conduttori del percorso.
Nel teatro sono coinvolti il corpo, la voce, lo sguardo, le emozioni, ingredienti irrinunciabili del nostro fare scuola.
Una delle carte vincenti da subito quando si propone l’attività teatrale ai bambini e ragazzi, è che questa cattura in modo piuttosto spontaneo la loro attenzione; ed è così che testi anche difficili, complessi, vengono affrontati con spirito nuovo, giocoso e teso alla comprensione legata alla necessità di comunicare.
La grande sfida, nel tradurre un testo o le parole pronunciate da uno studente e inserirle in una restituzione teatrale, è quella di non perdere il pathos che li accompagna mentre si leggono o si pronunciano la prima volta.
Per tutti questi motivi e altri ancora, le proposte che seguono non vogliono essere una serie di copioni in scatola da riproporre pedissequamente, ma suggestioni che aprano ad esperienze uniche e irripetibili.
Quelle che seguono pertanto sono proposte molto diverse tra loro, che spaziano dalla fiaba, al mito, alla tragedia…
Buon lavoro e buon teatro.
Pinocchio nero
Come recita il sottotitolo, si tratta di un viaggio vero e proprio, in cui Marco Baliani, partendo da un progetto di AMREF con i ragazzi di strada di uno slum di Nairobi, durato due anni e mezzo, si mette in relazione con loro e costruisce uno spettacolo in cui , insieme al testo di Collodi, mette in scena anche le parole dei ragazzi.
Come afferma lo stesso Baliani: “Le cose che ho insegnato loro sono numerose almeno quanto quelle che ho appreso . Questi ragazzi sono profondamente diversi da me … eppure ci siamo davvero incontrati, il teatro ci ha permesso di conoscerci, nonostante gli apparenti ostacoli della lingua, del colore della pelle , delle condizioni di vita.”
Dalle parole di Baliani, che ha vissuto certamente un’esperienza estrema, traspare anche la possibilità che si apre quando, nel fare teatro, si va oltre la competenza linguistica. E questo aspetto, nella scuola multietnica, spesso ci tocca e ci mette alla prova.
Consigliato ai docenti di ogni ordine e grado e ai ragazzi dalla secondaria di primo grado in su.
Antonella Bottazzi
The black Pinocchio
La stessa storia di cui sopra viene raccontata e supportata da foto e dal video in DVD dello spettacolo stesso.
Un libro reportage che dà vita alle parole dei ragazzi, restituendo loro la facoltà di dire, di riflettere, di farsi attori di sé.
Citando la prefazione di Marco Baliani : “Attraverso il progetto i ragazzi diventavano gruppo, , si rafforzavano nella solidarietà, scoprivano attraverso il teatro la possibilità di esprimersi …. Ciascuno dei ragazzi ha una voce, parla, può raccontare di sé, ha trovato qualcuno che lo ascolta … già solo per questo può permettersi di narrare la sua esperienza come un c’era una volta”. E questo può essere vero anche nelle nostre classi.
Consigliato ai docenti e ai ragazzi della scuola secondaria di primo e secondo grado.
Antonella Bottazzi
Ecco un estratto del video:
I bambini pensano grande
In questo libro, in cui Lorenzoni racconta l’esperienza pedagogica nel piccolo paese di Giove, nel cuore dell’Umbria, i bambini pensano e parlano attraverso il suo narrare.
Così questo libro, che contiene indicazioni concrete per un insegnamento innovativo, non è un burocratico manuale di didattica che si aggiunga a una fila troppo lunga. All’opposto ogni pagina trabocca di spontanea poesia, pur non indugiando in un’estetica compiaciuta del mondo incantato dell’infanzia. Nel diario di un anno di scuola, in cui ciascun allievo è protagonista di una ricerca comune, si mostra il cuore del dialogo didattico: “provare a dare forma al mondo”. E una proposta pedagogica nuova, evidentemente capace di cercare un senso all’esistere e al far esperienza, diventa anche un racconto antropologico. Uno dei capitolo è dedicato al teatro e al tentativo ardito di mettere in scena pensieri e voci dei bambini, partendo da un lutto che ha toccato profondamente tutta la comunità e dalle tante riflessioni filosofiche fatte durante tutto l’anno, anche sul tema della vita e della morte.
Consigliato ai docenti di ogni ordine e grado.
Antonella Bottazzi
Manuale di piccolo circo
Il circo è una forma teatrale che coinvolge i bambini senza se e senza ma.
Quella di piccolo circo è un’arte che si tramanda non da genitori a figli, ma da compagno a compagno, non lascia grandi tracce né dinastie, anzi: sembra scomparire per poi riaffiorare sempre uguale, sempre diversa e vitale.
Il libro propone esercizi e gag semplici e di grande effetto, spiegandoli in modo chiaro anche attraverso disegni stilizzati ed esplicativi.
L’autore ha lavorato come saltimbanco e artista di piazza ed è creatore, insieme alla moglie Camilla Peluso, della prima scuola di circo per bambini .
Per chi ha voglia di mettersi in gioco come docente, un libro prezioso, che fa riscoprire il valore del gioco nel processo di apprendimento.
Consigliato ai docenti e ai bambini da 6 anni in su.
Antonella Bottazzi
Il circo delle nuvole
Un albo illustrato in rima con le coloratissime illustrazioni di Gek Tessaro, che ancora una volta stupisce con una storia non banale, ma assai divertente che fa riflettere sul valore del denaro e delle cose e del fatto che non tutto si può comprare. Può diventare la base per un copione di uno spettacolo di piccolo circo.
Di seguito alcuni stralci di spettacoli con Gek Tessaro.
https://youtu.be/mEipm6YTaVU il circo delle nuvole
https://youtu.be/WxVWMl8kvfU spettacolo il cuore di Chisciotte
https://youtu.be/qRWPH1TLG2M spettacolo Bestiolini
Consigliato ai bambini da 4 anni.
Antonella Bottazzi
Gli Snicci e altre storie
Un libro che raccoglie alcuni racconti del Dr. Seuss, pseudonimo di Theodor Seuss Geisel ,scrittore e fumettista statunitense di origini tedesche. Ha scritto tanto per i bambini , quasi sempre i testi sono in rima, leggeri, divertenti e pieni di fantasia. Libri che educano e divertono con storie tenere e profonde. Lui stesso dice : “Mi piacciono le assurdità, svegliano le cellule cerebrali. La fantasia è un ingrediente necessario nella vita. È un modo di guardare la vita dalla parte sbagliata di un telescopio… e questo ti permette di ridere di tutte le realtà della vita.”
Dalle prime righe del libro appare subito la differenza tra Snicci stellati e snicci comuni, resterà differenza o diventerà disuguaglianza? La storia potrà diventare occasione per parlare di giustizia e di diritti anche tra i bambini più piccoli
“Gli Snicci Stellati
sulle pance hanno le stelle.
Gli Snicci Comuni hanno solo la pelle.
Non son stelle grandi, ma piccine abbastanza
Da farti pensare che non hanno importanza.”
Consigliato dai 4 anni in su.
Marina Sirotti
La battaglia del burro
Un altro testo in rima, con filastrocche apparentemente assurde, che potrà essere un modo per parlare di muri, di guerra e di corsa agli armamenti , a bambini e ad adulti.
Gli Zighi e gli Zaghi sono due popolazioni divise da un muro e in lotta tra loro.
Perché ? Uno sostiene che la fetta di pane va imburrata di sopra, l’altro dice che il burro va spalmato sotto. Così i due guardiani del muro cominciano la guerra. È una battaglia senza esclusione di colpi, alla ricerca di armi sempre più strampalate e micidiali. La battaglia del burro non ha un finale, ma lo lascia intendere al lettore: se si decide di lanciare la bomba il mondo finirà, se si decide di dare tregua alla guerra di sguardi forse invece c’è ancora una speranza per l’umanità.
La lettura del testo è molto coinvolgente, i bambini si schierano con gli Zighi o con gli Zaghi , ma soprattutto, se invitati a farlo, raccontano di loro e del loro mondo.
Consigliato ad adulti e bambini da 6 a 99 anni.
Marina Sirotti
Il viaggio di Djuha, un furbo sciocco in giro per il mondo
Riproponiamo il testo di Adriana Querzè, pedagogista e Arturo Ghinelli, docente . I due hanno selezionato una raccolta di storie brevi tramandate oralmente ; le storie hanno per protagonista questa figura popolare e si sono diffuse in gran parte dei nei paesi affacciati sul mar Mediterraneo. Giufà o Djuha o Giucà è una sagoma buffa ma anche educativa. Le sue azioni tragicomiche di permettono di sorridere e di riflettere.
Tante sono le storie e tutte piuttosto facilmente rappresentabili teatralmente come “ Giufà e la porta”, “Giufà e la statua di gesso”, “Il chiodo e Giufà”.
Gli uomini e le donne di ogni parte del mondo, che seguono religioni diverse, che parlano lingue diverse , che hanno regole diverse, hanno anche cose che possono unire, come le storie di Giufà, narrate in Italia, in Africa, in Turchia, in Albania, in Germania. Marco (8 anni) sintetizza così questa abitudine di alcune storie a spostarsi nel mondo:“ Noi siamo diversi, ma le nostre ombre sono uguali “ .
Consigliato ad adulti e bambini da 6 a 99 anni.
Marina Sirotti
Giufà e il re Salomone
Storie consigliate dai 7 anni.
Marina sirottti
Esercizi di stile
Un libro che propone 99 versioni della stessa storia, rivisitata ogni volta in uno stile letterario differente.
La trama è semplice e banale: Parigi , verso mezzogiorno, su un autobus affollato, un uomo si lamenta con chi lo spinge di continuo e, non appena trovato un posto libero, lo occupa. Il narratore, due ore dopo, rivede l’uomo alla Gare Saint-Lazare con un amico, che gli dice di far mettere un bottone sulla sciancratura del soprabito.
Un libro che apre a letture differenti e a diverse interpretazioni teatrali, mai noioso e in grado di far riflettere sull’estetica e sul senso che le parole e il tono possono dare alla semplice narrazione di un fatto.
Consigliato dalla scuola secondaria di primo grado in su.
Antonella Bottazzi
Ecco un video in cui si mostra un possibile lavoro teatrale con i ragazzi: https://youtu.be/E9MZlTz3Kg0
Filemone e Bauci
Certo, importante sarebbe leggere il testo originale, racchiuso nelle “Metamorfosi” di Ovidio, ma questo albo illustrato e ben tradotto, si respira la possibilità di andare oltre le immagini, che non sono troppo didascaliche, ma evocative.
L’albo può cioè agevolare , se mai ce ne fosse bisogno, la vicinanza ad un mondo così lontano dal reale, ma così vero e profondo nei sentimenti che suscita. I miti restano certamente un tipo di testo da esplorare e che molto si presta a diventare rappresentazione teatrale, specie se sul testo riusciamo a fare un’opera di arricchimento tramite i pensieri e le riflessioni dei ragazzi, toccando anche temi che nella nostra società sono ormai divenuti tabù. Non è un copione teatrale.
Consigliato dai 10 anni in su.
Antonella Bottazzi
Metamorfosi
Un classico con testo a fronte e un saggio di Italo Calvino. Miti di trasformazione che esplorano gli archetipi dell’umano sentire. Le storie dei miti, lette in forma originale, seppur non comprese in tutti i termini specifici, suscitano nei bambini, anche piuttosto piccoli, immaginazione ed immedesimazione. È un testo potente; può certamente essere fonte di ispirazione per scrivere insieme ai ragazzi un copione teatrale dove la forza della storia evoca passioni ed emozioni in ciascuno di noi.
Consigliato a tutti i docenti che potranno leggerlo o narrarlo a bambini da 8 anni in su.
Antonella Bottazzi
Alcuni classici
Come introdurre un giovanissimo lettore a questi capolavori letterari? Guidati dal poeta-drammaturgo Roberto Mussapi, con questa collana si è scelta una struttura semplice; ogni opera è sintetizzata in cinque scene come fossero cinque atti di un dramma. Mussapi racconta cosa accade in queste scene e ciò che è accaduto prima e dopo. Giorgio Bacchin, illustratore, rappresenta invece le scene. Ogni scena si apre con un’ampia rappresentazione dell’epoca dell’autore: la Firenze di Dante Aligheri, la Londra di William Shakespeare, la Parigi di Molière e la campagna Toscana di Goethe. Anche questi non sono copioni teatrali.
Consigliati dai 7 anni.
Antonella Bottazzi
L’avaro
La divina commedia di Dante Alighieri
La tempesta di Shakespeare
Il Faust di Goethe
Per chi vuole approfondire:
Saltatori di muri
Questo testo racconta un incontro reale con gli immigrati e l’impegno a restituire loro la parola, attraverso l’ascolto attivo.
Parla dell’incontro con il teatro di Mandiaye N’Diaye, giovane senegalese divenuto attore attraverso il teatro delle Albe di Marco Martinelli, a Ravenna; parla di cosa ha significato per gli animatori di un gruppo interculturale , composto da italiani e immigrati, la possibilità di narrare nelle scuole di Palermo.
Parla cioè di una sfida : l’incontro tra educazione e accoglienza nell’ottica di costruire una convivenza interculturale a partire dal territorio e dalla narrazione orale.
È un testo che cambia i nostri punti di vista, invitandoci ad accogliere l’altro e la sua cultura.
Consigliato ai docenti di ogni ordine e grado
Antonella Bottazzi
L’ospite bambino
È il diario di un maestro ed educatore quello che Lorenzoni scriveva in quegli anni, in cui racconta il suo misurarsi e mettersi in gioco con le culture altre attraverso esperienze forti , sempre immerso nella natura, passando in molti casi attraverso azioni teatrali; azioni che mettono in contatto con il mondo esterno, con il proprio corpo, con chi sta vicino a noi. Non vuole essere un trattato di pedagogia e didattica, ma può suscitare nei docenti o educatori il desiderio di sperimentare approcci diversi, forti delle esperienze che testimoniano come l’apprendimento e la crescita globale di ciascuno di noi siano mediati dal corpo e dal contatto significativo con la natura e con gli altri.
Consigliato ai docenti di ogni ordine e grado.
Antonella Bottazzi